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Le due bimbe erano "gemelle pigopaghe": condividevano il midollo spinale e la parte terminale dell’intestino ano-retto. Si è fatto ricorso anche a modelli 3D per simulare l’operazione e quindi avere il quadro completo per poter intervenire realmente. E’ il terzo caso nella storia del Bambin Gesù e segue di poche settimane l’intervento sulle bambine algerine
Rayenne e Djihene che erano unite per il torace e per l’addome. L'unica altra operazione di questo tipo nell'ospedale romano risale all’inizio degli anni 80, più di 30 anni fa, e fu eseguita su due gemellini maschi. Il percorso clinico e chirurgico delle neonate burundesi rientra nell’ambito delle attività umanitarie dell’Ospedale pediatrico della Santa Sede. Negli ultimi 2 anni i casi pro bono (interamente a carico del Bambino Gesù) sono stati circa 100, provenienti dai Paesi di tutto il mondo.
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