La Procura di Roma ha chiesto il rinvio a giudizio per Silvio Berlusconi e Mariano Apicella per la presunta falsa testimonianza del cantante napoletano legata alle feste organizzate ad Arcore. Secondo l'accusa, il leader di Forza Italia avrebbe versato 157.000 euro, nell'arco di diversi anni, ad Apicella per indurlo a non dire il vero nel processo sul caso 'Olgettine' e su quanto avveniva a Villa San Martino. La prima dazione, ritenuta il prezzo della corruzione, sarebbe avvenuta a Roma, da qui la competenza dei magistrati capitolini. Si tratta del filone di indagine denominato 'Ruby ter' (dove Berlusconi viene indicato come 'corruttore' mentre Apicella risponde anche di falsa testimonianza), che il gup di Milano Anna Laura Marchiondelli il 29 aprile del 2016, accogliendo alcune eccezioni difensive, aveva 'spacchettato' in sei diversi filoni processuali destinandoli ad altrettanti tribunali (oltre a Roma, anche Monza, Torino, Pescara, Siena e Treviso), lasciando nel capoluogo lombardo la parte più sostanziosa con 16 imputati. Sulla richiesta di rinvio a giudizio, rinnovata dalla Procura di Roma, dovrà pronunciarsi il 9 maggio prossimo il gup Angela Gerardi.