Il ministro per il Commercio Usa, Wilbur Ross, ha negato qualsiasi illecito rispetto ai suoi legami con l'azienda di navigazione 'Navigator Holdings', nella quale sono coinvolti anche esponenti russi vicini al presidente Vladimir Putin. La circostanza è stata svelata domenica dai Paradise Papers, 13,4 milioni di file che hanno portato alla luce i patrimoni offshore dei potenti del mondo. Non ci sono prove che Ross abbia violato la legge, ma il suo coinvolgimento ha sollevato interrogativi sull'opportunità politica visto l'incarico che ricopre nell'amministrazione americana. Il ministro per il Commercio è membro del consiglio di amministrazione della Navigator Holds dal 2012, con il 31% delle azioni. L'azienda guadagna milioni di dollari ogni anno trasportando petrolio e gas per il colosso energetico russo Sibur, che vede tra gli azionisti il genero di Putin, e l'imprenditore Leonid Mikhelson, la cui principale azienda, la Novatek, è sotto sanzioni da parte di Washington. Per Ross "non c'e' assolutamente niente di inappropriato". Anche da Mosca si sono affrettati a sottolineare che l'accordo menzionato nei Paradise Papers era legale e non politicamente motivato.