"La presenza di Dio oggi si chiama anche Rohingya": è il commento di Papa Francesco all'incontro avvenuto a Dacca con la delegazione di profughi Rohingya dal Myanmar. "Noi tutti vi siamo vicini. E' poco quello che possiamo fare - ha aggiunto Francesco - perché la vostra tragedia è molto dura e grande ma vi diamo spazio nel cuore. A nome di tutti quelli che vi hanno perseguitato, che vi hanno fatto del male,chiedo perdono". L'incontro fra il Papa e i Rohingya (12 uomini e 4 donne, compresi due ragazzi) era iniziato con un inchino reciproco. Non sono mancati altri gesti d'affetto: una pacca sulle spalle a uno dei profughi che più a lungo gli aveva parlato, un lungo tenere la mano a un'altro, più anziano, e poi anche a un giovane, il sorriso a una giovane che si era sfilata due veli che portava sul capo. Evidente la grande commozione da parte del Pontefice che ha ascoltato le drammatiche storie dei profughi restando spesso in silenzio e annuendo.