Non è indagato il quarto nigeriano entrato in scena nell'inchiesta della Procura di Macerata e dei carabinieri del Comando provinciale e del Nucleo investigativo sulla morte - ipotesi di reato omicidio volontario - della 18enne Pamela Mastropietro e del vilipendio e occultamento del suo cadavere. A differenza dei suoi tre connazionali già in stato di fermo, l'uomo - apprende l'AGI - non è indagato ma la sua posizione è all'attento esame degli investigatori. Sul suo conto sono in corso diversi accertamenti per verificarne la presenza o meno nell'appartamento di via Spalato nelle ore immediatamente precedenti o successive alla morte della ragazza romana, dove poi è avvenuto il terribile sezionamento del corpo della vittima per infilare quindi le parti in due trolley poi abbandonati in una strada di campagna di Pollenza, sempre nel Maceratese. Sono in corso accertamenti anche di tipo tecnico, come la verifica che il telefonino del quarto nigeriano sia stato 'agganciato' dalle celle di quell'area nelle stesse ore dell'omicidio. Rilievi anche antropometrici, come le impronte palmari e plantari, per stabilire l'eventuale compatibilità con tracce di questo genere rilevate dagli esperti del Ris nell'appartamento abitato da Innocent Oseghale, il primo dei tre nigeriani fermati. Ovvero colui che alcuni testimoni hanno indicato come la persona che era rientrato in casa in compagnia di Pamela e che poi ha abbandonato a Pollenza i due trolley contenenti i resti umani.