Chi entra oggi nel mondo del lavoro in Italia potrà andare in pensione dopo 71 anni di età. A rivelarlo è un rapoporto Ocse che accomuna il nostro Paese a Danimarca e Olanda. Secondo l'organizzazione parigina, chi ha iniziato a lavorare in Italia nel 2016 a 20 anni, in base al meccanismo della legge Fornero sulle aspettative di vita, andrà in pensione a 71,2 anni, contro i 74 anni della Danimarca e i 71 dell'Olanda. Tutti gli altri Paesi Ocse fanno segnare, invece delle soglie più basse. Attualmente l'età pensionabile in Italia è di 66,6 anni, ma salirà a 67 anni a partire dal 2019 proprio in base all'ultima revisione sulle aspettative di vita dell'Istat. L'Ocse evidenzia pure che il tasso di sostituzione, cioè la percentuale di stipendio medio accumulato nel corso di una vita lavorativa che va a formare la pensione, nei 35 Paesi Ocse è attualmente del 63%, mentre in Italia sale al 93,2%, contro un minimo del 29% in Gran Bretagna e un massimo del 102% in Turchia. Sempre riguardo all'Italia, l'Ocse raccomanda una maggiore flessibilità. Il nostro Paese è infatti considerato fra quelli in cui "in un contesto di invecchiamento della popolazione e di incombente riduzione del lavoro, questa necessità diventa impellente. Solo così le politiche previdenziali potranno rispondere alle domande di flessibilità senza mettere a repentaglio la sicurezza economica degli anziani".