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Matacena, già condannato definitivamente nel 2014, a 3 anni di reclusione dalla Corte di Cassazione per il reato di concorso esterno in associazione mafiosa, è stato individuato, in tale contesto giudiziario, come “uomo politico di riferimento delle cosche reggine per salvaguardare i loro interessi”. In seguito, il politico e armatore è rimasto coinvolto nelle indagini svolte dalla Dia Reggio Calabria (Operazione Breakfast) che hanno portato all’emissione di diverse ordinanze di custodia cautelare, oltre che nei suoi riguardi, anche a carico della moglie Chiara Rizzo, per intestazione fittizia di beni, e dell'ex ministro Claudio Scajola, accusato di averlo aiutato a sottrarsi all'arresto.
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