“Chiediamo alle autorità italiane di intervenire perché in Messico nessuno ci dà informazioni, nessuno ci aiuta a conoscere la verità sui nostri familiari”. E’ questo l’appello lanciato su Facebook da Ciro Bergamè uno dei familiari dei tre italiani scomparsi 18 giorni fa a settecento chilometri da Città del Messico, dove facevano i venditori ambulanti di generatori elettrici. Raffaele Russo, 60 anni, suo figlio Antonio e suo nipote Vincenzo Cimmino, rispettivamente di 25 e 29 anni, tutti di Napoli, sono stati inghiottiti dal nulla. "Ad oggi non è pervenuta nessuna richiesta di riscatto. Chiediamo la massima diffusione della notizia e delle foto segnaletiche”, dicono i familiari. Russo si trovava in Messico da tempo, a Tecaltitlan dove vendeva in strada prodotti acquistati a Napoli da commercianti cinesi. Antonio e Vincenzo, invece, erano arrivati soltanto cinque giorni prima della sparizione. Altri due figli dell'uomo, Francesco e Daniele, in Messico già da tempo, erano troppo lontani per aiutare gli altri due fratelli a cercare il loro congiunto. E così sono partiti dal punto nel quale il gps dell'auto noleggiata dal sessantenne segnava la sua ultima posizione. "Quando siamo arrivati, non abbiamo trovato né la macchina né mio padre. Abbiamo chiesto alla gente, ma nessuno aveva visto nulla”, dicono.