"Cercando sempre leale sintonia con il governo e il Parlamento, Luigi Einaudi si servì in pieno delle prerogative attribuite al suo ufficio ogni volta che lo ritenne necessario". Lo ha detto il presidente della Repubblica Sergio Mattarella rendendo omaggio allo statista a Dogliani. Mattarella ha sottolineato come quella di Einaudi fu "una presidenza tutt'altro che 'notarile'".Fu il caso illuminante del potere di nomina del Presidente del Consiglio dei Ministri, dopo le elezioni del 1953. "Nomina per la quale non ritenne di avvalersi delle indicazioni espresse dal principale gruppo parlamentare, quello della Democrazia Cristiana". "Con la discrezione e la fermezza che lo caratterizzavano" Einaudi , ha spiegato il capo di Stato, diede vita a un dialogo di permanente leale collaborazione istituzionale, proponendo una penetrante "moral suasion" nei rapporti con il governo, a partire dall'esercizio del potere previsto all'art. 87 della Costituzione, che regola la presentazione alle Camere dei disegni di legge di iniziativa governativa".