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Lo spessore criminale di Cannata era emerso già nell’ambito dell’operazione "Triskelion" della Guardia di finanza di Caltanissetta, nell’ambito della quale è stato condannato per associazione per delinquere di tipo mafioso aggravata, in relazione alla sua appartenenza alla cosca di Pietraperzia, con lo specifico ruolo di incaricato del reimpiego di capitali in attività produttive nel Nord Italia, in particolare nei settori della compravendita di autovetture di grossa cilindrata. Era stato anche condannato per dichiarazione fraudolenta mediante uso di fatture per operazioni false o inesistenti.
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