Un nuovo lungo (46 minuti) audio - privo di una data certa - di 46 minuti, è stato diffuso dal portavoce del sedicente Califfato Abu Hassan al-Muhajir. In un passaggio ci sarebbe la prova che il Califfo non sia morto nel raid dei jet di Mosca del 28 maggio scorso su Raqqa. "I nostri uomini di Mosul - si sente nell'audio - si sono rifiutati di consegnare la terra dove vigeva la sharia se non pagando un terribile tributo di sangue e l'hanno ceduta dopo circa un anno di combattimenti". Il leader di Isis fa esplicito riferimento alla perdita di Mosul - avvenuta ai primi di luglio di quest'anno e dove le prime operazioni per stapparla ai jihadisti sunniti risalgono al 16 ottobre 2016 - elemento che conferma che, contrariamente a quanto sostenuto dai russi, il sedicente Califfo non sia morto nel raid del 28 maggio. Questo elemento e il riferimento alle minacce della Corea del Nord contro Usa e Giappone - tante dopo l'insediamento di Donald Trump alla Casa Bianca, il 20 gennaio scorso, ma la più recente il 14 settembre - inducono a pensare che Al Baghdadi potrebbe essere ancora vivo.