Amnesty International ha annunciato la conferma della condanna a morte del medico e docente universitario Ahmadreza Djalali in Iran. Amnesty afferma che le Corti iraniane hanno "calpestato lo stato di diritto" confermando la condanna a morte di un accademico accusato di spionaggio durante i colloqui sul nucleare con le potenze mondiali. Djalali è di cittadinanza svedese e ha lavorato per alcuni anni anche in Italia, all'ospedale di Novara. Il medico, 45 anni, sposato e padre di due figlie è accademico del Karolinska Institute di Stoccolma. Era visiting professor all'Universita' Vrije, in Belgio, quando fu arrestato durante un viaggio in Iran nell'aprile del 2016 con l'accusa di passare informazioni al servizio segreto israeliano, il Mossad, durante i negoziati sul nucleare iraniano nel 2015. Il professore sostiene di essere stato accusato di spionaggio per aver rifiutato di spiare in favore dell'Iran durante la sua permanenza in Europa. In Italia Ahmadreza Djalali aveva lavorato tra il 2012 e il 2015 a Novara collaborando con l'Università del Piemonte Orientale. In particolare aveva prestato la sua opera al Centro di ricerca per la medicina d'emergenza.