I sindacati dell'Ilva interrompono le trattative con l'azienda e proclamano lo stato di agitazione. Fim, Fiom, Uilm e Usb annunciano in una nota di ritenere irricevibile la proposta di Mittal per il futuro dell'Ilva. La giornata di oggi, spiegano, è stata caratterizzata da una prima riunione tra la delegazione sindacale e il viceministro allo Sviluppo economico, Teresa Bellanova, che ha ascoltato le richieste fatte dal sindacato. Fim, Fiom, Uilm e Usb, nonostante le distanze emerse sulla parte economica relativamente al Pdr, hanno proseguito la trattativa sindacale sui livelli occupazionali. La delegazione sindacale ha pertanto evidenziato, sia al governo che ad Am InvestCO, la necessità di salvaguardare gli attuali livelli occupazionali di Ilva in termini di lavoratori sociali e dell'indotto. Il confronto ha di fatto messo a nudo la volontà di Am InvestCO di non volersi smuovere da quanto previsto dal contratto di aggiudicazione del 5 giugno. Mittal ha pertanto confermato la proposta occupazionale iniziale, ovvero al di sotto dei 10.000 lavoratori impiegati fino all'attuazione del piano industriale per tornare successivamente alla casella inizialo di 8.480. Fim, Fiom, Uilm e Usb ritengono inaccettabili le condizioni poste dall’acquirente in merito ai livelli occupazionali, ambientali e di normative contrattuali da preservare. Come annunciato, Fim, Fiom, Uilm, Usb hanno assunto la decisione di sospendere il negoziato in attesa che Am Invesco modifichi l'irricevibile impostazione, confermando l’obbiettivo di calendarizzare le assemblee e le iniziative di mobilitazione unitarie a livello di gruppo.