"L’istruzione, la scuola dell’obbligo. Io che ho parlato per tutta la vita, ho speso 60 mila parole al giorno per 40 anni. Capisco che il senso delle parole, che sono inutili, a volte provocatorie, a volte deformi, a volte violente... Il mio 'Vaffa', forse è finita l’epoca del 'Vaffa' ma comunque ho cercato di capire, di essere curioso, di capire. Dio mio, capire. Cosa bisogna capire? che cosa? Fra cosa bisogna andare a prendersi la verità?". E' un vero e proprio flusso di coscienza quello che Beppe Grillo affida al suo blog, dedicando un'ampia riflessione alle elezioni, per domandare "quale verità? La percezione della verità? Sto impazzendo, sto impazzendo, fate veloce a fare un governo perché io sto impazzendo". Una riflessione amara sui nostri tempi, sulla reale maturità degli uomini, e degli italiani, dunque, e sul loro approccio con l'appuntamento elettorale, che Grillo analizza quasi al microscopio: "Adesso non ragioniamo più, secondo me non stiamo più ragionando, perché andiamo a votare, andiamo a votare con un criterio che io non ho mai visto, con le cabine... Già con l’espressione delle persone quando entrano, anch’io per l’amore di Dio, quando entro con il documento, che ti aggiri e guardi e sei in preda a qualsiasi persona che ti dica 'si metta lì' e tu ti metti lì, perché non capisci. Vedi 3, 4 seduti, studenti, uno in piedi che deve essere il presidente, quattro cabine con una strana porta e una tenda e lì devi andare. Allora tu dai il documento, mi dia questo, mi di quell’altro poi vada lì! C’è la biro, la matita, la matita, devi mettere una roba che tra il proporzionale non proporzionale, il cumulativo, non cumulativo, devi mettere una X, una X - sottolinea - come gli analfabeti. In Estonia - osserva - dal 2005 con un clic su una tastiera, maledetta, votano dal 2005 e noi ancora lì, poi torni e dai la scheda, non la metti nemmeno più dentro perché c’è una specie di chip e una striscetta, la prende il presidente e la deve mettere lui, allora poi, i rappresentanti di lista che sono 3 di là, 3 di qua si guardano uno con l’altro, che non si fidano più di loro, allora poi mettono tutto in una scatola, mettono tutto in una scatola, una scatola così e il presidente, magari un laureato, una persona che in casa aveva una dignità, prende la scatola con le schede dentro e la shakera ciktumciktam ciktumciktam, la shakera! Poi chiama uno, estratto a sorte, che deve mettere la mano dentro e tirare su le schede, che vengono poi scrutinate, e lì si perderanno il 6,7% di voti nulli, perché poi i voti nulli saranno quelli che la gente ci scrive delle cose".