In Togo c’è la guerra, nessuno può produrre la documentazione mancante necessaria per accreditarsi al villaggio olimpico ed è costretta a lasciare le Olimpiadi per fare ritorno a casa. Il sogno olimpico per Alessia Afi Dipol, sciatrice italiana di San Vito di Cadore con passaporto anche di Togo, nazione della quale avrebbe dovuto difendere i colori, è durato appena 24 ore. Il tempo necessario per farsi sentire che alle Olimpiadi non avrebbe potuto partecipare per motivi burocratici. “Sono distrutta, ho il morale a terra, non ho tanta voglia di parlare – dice Alessia Afi Dipol all’AGI -. Mi hanno detto che mancavano documenti da parte del comitato olimpico togolese. Impossibili richiederli in così poco tempo anche perché in Togo adesso c’è la guerra. So che anche l’altra atleta (la fondista Mathilde Petitjean, ndr) ha avuto disagi burocratici ma gareggerà”. Dipol, 23 anni, maestra di sci a Cortina d'Ampezzo con un passato da sciatrice anche per la federazione indiano, aveva ottenuto il passaporto del Paese africano grazie all’attività imprenditoriale del padre Diego e quella di PyeongChang sarebbe stata la seconda partecipazione olimpica dopo quella di Sochi 2014. Avrebbe dovuto prendere parte allo slalom gigante e slalom speciale.