Sono almeno 200 i morti nell'attentato in una moschea del nord del Sinai egiziano, secondo un nuovo bilancio diffuso dalla televisione di Stato. Nella strage sono rimaste ferite almeno 120 persone. Secondo la prima ricostruzione della dinamica, gli attentatori avrebbero provocato un'esplosione e poi aperto il fuoco sui fedeli riuniti per la preghiera collettiva del venerdì.
L'attacco, che è avvenuto alla moschea al-Rawdah, a Bir al-Abed, a ovest della città di Arish, non è stato rivendicato da nessun gruppo. L'esercito egiziano ha riferito di aver ucciso due "miliziani" e di aver distrutto diversi "covi di terroristi" nella penisola del Sinai. Ad annunciarlo è stato un comunicato diffuso oggi dalle forze armate del Cairo, in cui il portavoce dell'esercito Tamer Rifai ha detto che il personale militare egiziano di stanza nel centro del Sinai ha "eliminato due miliziani" e distrutto un numero indefinito di "covi di terroristi" che contenevano "grandi quantità di materiale esplosivo". Il portavoce non ha fornito ulteriori dettagli su come e quando queste persone siano state "eliminate". Secondo quanto riportato dalla televisione di stato egiziana, il governo del Cairo ha proclamato 3 giorni di lutto nazionale a seguito dell'attentato.