La nostra Supermedia di questa settimana registra ancora una volta una situazione estremamente stabile. Attenzione, perché le premesse perché questo cambi presto ci sono tutte, come abbiamo sottolineato la scorsa settimana. I sondaggi di cui abbiamo tenuto conto questa volta sono stati effettuati al più tardi il giorno del primo turno delle elezioni francesi. È quindi ancora presto per valutare un eventuale impatto sul clima d’opinione qui in Italia – anche se la politica nostrana ha già cominciato a dividersi tra pro/anti Macron e pro/anti Le Pen. Per di più, domenica ci saranno le primarie del Partito Democratico, che eleggeranno il nuovo leader dem e che avranno modo di influenzare, in un modo o nell’altro, anche le intenzioni di voto verso il PD.
M5s resta primo partito col 29,5%
Vediamo i dati. Il Movimento 5 Stelle è ancora primo, ed è ancora leggermente sotto il 30 per cento (29,5% per la precisione), seppur in leggero aumento rispetto a un mese fa. Anche il Partito Democratico guadagna qualcosina (+0,2%) ma il suo ritardo dalla vetta aumenta lievemente, portandosi a 2,8 punti percentuali. Se si vanno ad esaminare i dati degli istituti che pubblicano i dati con cadenza settimanale scopriamo un aspetto interessante: istituti come EMG, SWG ed Ixè concordano nel dare il M5S stabile oppure in calo nelle ultime settimane; mentre il trend del PD è stabile oppure in crescita. A questo proposito va detto che SWG è al momento l’unico istituto che dà i democratici in prima posizione (quasi un punto e mezzo sopra il M5S nell’ultima rilevazione). La Supermedia è utile proprio perché, rilevando i dati di tutti gli istituti di sondaggio, “sterilizza” i dati che si discostano troppo dagli altri (in gergo questi dati si dicono “outlier”). Ma se non dessimo conto di una tendenza rilevata da tre istituti diversi e che va in senso contrario a quella che riportiamo qui, rischieremmo di dare un’informazione incompleta.
La Lega supera Forza italia ma restano sotto 13%
Passiamo al centrodestra. La scorsa settimana c’era Forza Italia in terza posizione, leggermente davanti alla Lega Nord: questa settimana le posizioni dei due partiti tornano ad invertirsi; anche stavolta la distanza è di pochissimi punti percentuali (12,8% contro 12,5%) e per entrambi il trend è lievemente positivo. A conferma di quanto la situazione nel centrodestra sia stabilizzata su una sorta di “equilibrio instabile”.
Quando, ormai quasi due anni fa, la Lega arrivò a superare Forza Italia nei sondaggi (e in alcune elezioni locali), sembrava che per Matteo Salvini si stesse aprendo la strada dell’egemonia del centrodestra. Invece, a sorpresa, dal 2016 Forza Italia ha riagganciato il Carroccio, e la questione della leadership – oltre che dell’identità – del centrodestra italiano rimane ancora irrisolta. Fratelli d’Italia, dopo aver superato per un po’ la soglia del 5% nelle scorse settimane, torna su valori leggermente più bassi, e oggi lo troviamo al 4,7%.
Alternativa popolare sopra la soglia del 3%
Rispetto alla settimana scorsa, vediamo confermate le tendenze relative ai partiti minori: Alternativa Popolare si issa un po’ più stabilmente sopra la soglia critica del 3% (passando dal 3,1 al 3,3) mentre sia Articolo 1 – MDP sia Sinistra Italiana perdono leggermente, piazzandosi rispettivamente al 4,1% e al 2,3%. Occhio a questi ultimi due partiti, perché il clima di opinione che si registrerà dopo le primarie di domenica avrà certamente effetti anche sul loro dato.
Sondaggi su primarie Pd: Renzi senza rivali
Già, le primarie di domenica. Come andranno a finire? Per i sondaggisti, c’è molta poca incertezza. L’ultimo dato, mostrato martedì sera dal tg di Enrico Mentana, è in linea con tutte le rilevazioni svolte finora, e parla di un Matteo Renzi ampiamente in testa con il 65% dei consensi di coloro che si recheranno ai gazebo. Il confronto televisivo tra i tre candidati, trasmesso su Sky mercoledì sera potrebbe aver smosso qualcosa. Come emerso anche dal sondaggio di Agi, in quell’occasione è stato probabilmente Michele Emiliano il più convincente dei tre. Difficile che possa insidiare il primato di Renzi (o anche solo costringerlo a una percentuale inferiore al 50%), ma potrebbe invece aspirare ad arrivare secondo, scalzando Andrea Orlando, apparso ben poco a suo agio nel faccia a faccia. E se il primo esponente della minoranza dem si chiamerà Emiliano e non Orlando, le cose per Renzi potrebbero farsi più complicate, anche se dovesse stravincere come quattro anni fa.