Il quadro politico italiano sembra essersi stabilizzato. Il periodo post-elezioni amministrative, caratterizzato da una flessione dei due partiti maggiori (PD e M5S) e da una ripresa dei partiti di centrodestra, mostra un consolidamento, ben fotografato dalla nostra Supermedia dei sondaggi di questa settimana.
Come i lettori ormai sanno, la nostra Supermedia prende in esame tutti i sondaggi nazionali pubblicati nelle ultime due settimane, confrontando il dato che ne vien fuori con quello emerso un mese prima (più precisamente, 4 settimane). Questo metodo ci consente sia di minimizzare l’impatto dei dati “outlier” – cioè che si discostano troppo dagli altri – sia di individuare le tendenze effettive, al netto di “rumori di fondo” e oscillazioni statistiche poco significative.
Nelle ultime settimane avevamo puntualmente riscontrato, nei confronti col mese precedente, le tendenze citate (PD e M5S giù, centrodestra su). Questa è la prima settimana in cui ciò non avviene: i dati odierni sono praticamente identici non solo a quelli della settimana scorsa – come in realtà è logico aspettarsi anche in periodi di evoluzione del consenso – ma anche a quelli del mese scorso. Vediamoli nel dettaglio.
Si consolida il testa a testa Pd-M5S
Partito Democratico e Movimento 5 stelle continuano a giocarsi testa a testa la palma di primo partito. Questa settimana i democratici sono davanti ai grillini di un solo decimale, differenza statisticamente ben poco significativa (27,6 per cento contro 27,5). Al terzo posto la Lega Nord, che mostra praticamente l’unica variazione degna di nota, guadagnando mezzo punto in un mese e toccando un nuovo record per quanto riguarda il 2017 (14,7%). Forza Italia risulta così staccata di oltre un punto, restando ferma al 13,6% – comunque un buon dato per il partito di Berlusconi. Buono è anche il dato di Fratelli d’Italia (4,7%), mentre da MDP (3,6%) in giù la situazione è stabile se non in peggioramento: centristi di AP al 2,5% e Sinistra Italiana ferma al 2,3%.
Abbiamo così una situazione che, nel quadro del tripolarismo italiano, sembra mettere in netto vantaggio il centrodestra: con il 33% dei consensi, una coalizione tra Lega, FI e Fdi sarebba la prima forza del paese, con 5-6 punti di vantaggio su PD e M5S. Ma, come già detto altre volte, aggregare in questo modo il dato di partiti appartenenti a una stessa area politica rischia di essere fuorviante, in assenza di un sistema elettorale maggioritario – o che preveda comunque un premio per la prima coalizione, cosa che oggi non c’è.
Non solo: al momento i tre soggetti che sostengono il governo Gentiloni (PD, AP e MDP) in effetti godono di un consenso superiore a quello del centrodestra: il 33,7 per cento, ad essere precisi. Se decidessero di formare una coalizione, in teoria, questa si potrebbe rivelare molto competitiva sul piano elettorale. Ma le distanze e gli attriti tra i diversi soggetti (sia AP che MDP nutrono ormai ben poche simpatie verso il PD) rendono questa eventualità un mero esercizio di fantapolitica.