Il consenso dei partiti, dopo la vicenda Sea Watch

La Supermedia tra i sondaggi sui partiti dell'ultima settimana dopo la decisione del gip di Agrigento di scarcerare la comandante Carola Ratecke

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Alberto PIZZOLI / AFP
Matteo Salvini e Alfonso Bonafede

Prosegue, senza soffrire alcun “rimbalzo” verso il basso, il periodo positivo per la Lega. Il partito di Matteo Salvini nella nostra Supermedia dei sondaggi continua a mantenersi con sorprendente stabilità sui suoi valori più alti di sempre, sopra il 35%. Questa settimana la Lega è al 35,6% dei consensi, un dato di quasi un punto e mezzo superiore a quello registrato alle elezioni europee. Poiché è passato più di un mese dal voto del 26 maggio, può essere interessante analizzare la tendenza su base quindicinale: scopriamo così che la Lega è praticamente sugli stessi valori registrati nel pieno del “boom” dell’immediato post-voto.

Più difficile la situazione del Partito Democratico: dopo essere risalito sopra il 23% nelle scorse settimane, oggi il PD vale il 22,7% – esattamente la stessa percentuale ottenuta alle Europee. Una piccola flessione tocca anche il Movimento 5 Stelle (17,7%), mentre risalgono leggermente Forza Italia – che torna a mettere più di un punto di distanza tra sé e Fratelli d’Italia – Più Europa e Verdi. Nel complesso, sembra che un po’ tutti i partiti stiano avendo un “riallineamento”, riavvicinandosi ai risultati ottenuti nelle urne lo scorso 26 maggio, talvolta invertendo le tendenze (positive o negative) registrate dopo il voto.

Ora che l’anno in corso è arrivato al suo “giro di boa”, possiamo dare uno sguardo allo storico di questo 2019, esaminando chi sono i vincitori e gli sconfitti di questo “girone d’andata”. Tra i primi rientra sicuramente la Lega: salvo crolli rovinosi da qui a dicembre, il 2019 è l’anno migliore mai registrato per il partito di Salvini in termini di consensi (e di risultati elettorali).

Lo stesso si può dire per Fratelli d’Italia, che a inizio anno era stimato sotto il 5% e che oggi insidia quarta posizione a Forza Italia e la soglia del 7%. Il trend è positivo anche per il PD, che dopo un 2018 terribile (peggior anno di sempre dalla fondazione del partito) sembra quantomeno essere risalito stabilmente sopra il 20%.

Tra gli sconfitti vanno annoverati senza dubbio il M5s, che a inizio anno era sopra il 25% e ad oggi ha perso quasi 10 punti, e Forza Italia, che non riesce più nemmeno ad avvicinarsi alla soglia “psicologica” del 10%: per il partito di Silvio Berlusconi l’annus horribilis è proprio questo 2019. Bocciata anche La Sinistra: non era mai accaduto prima che il soggetto a sinistra del PD valesse meno del 2% dei voti. “Rimandati a settembre” invece Più Europa e Verdi, soggetti relativamente nuovi di cui è presto per dire se potranno conoscere un rilancio oppure (ri)precipitare nell’irrilevanza.

Nell’attesa di capire se (e come) le vicende legate alle nomine di vertice nelle istituzioni europee e – soprattutto – la decisione di rinviare la procedure d’infrazione a carico dell’Italia avranno ripercussioni sull’opinione pubblica, merita certamente di essere approfondita la vicenda che ha tenuto maggiormente banco proprio nelle ultime due settimane: il caso Sea Watch, con la decisione della comandante Carola Rackete di ignorare il divieto di approdo a Lampedusa, il successivo sbarco dei circa 40 migranti soccorsi dalla ONG e l’arresto (seguito dalla scarcerazione decisa dal GIP di Agrigento) della stessa Rackete.

La vicenda ha quasi monopolizzato il dibattito pubblico e ha creato una fortissima polarizzazione – tanto nella politica quanto sugli organi di stampa – tra la posizione del Governo (in particolare quella di Matteo Salvini) e quella della ONG, nella persona di Carola Rackete. Una polarizzazione che però non ha diviso gli italiani in modo equilibrato: secondo un sondaggio dell’istituto Tecnè, risalente a pochi giorni fa, di fronte alla semplice domanda “chi ha ragione: Salvini o Rackete?” gli italiani si schierano in netta maggioranza con il Ministro dell’Interno.

Dati simili si riscontrano nell’indagine condotta dall’istituto SWG, che ha richiesto tra le altre cose un giudizio sul comportamento della Rackete in relazione al divieto di sbarco a Lampedusa. Per la maggioranza degli italiani, la comandante tedesca ha sbagliato a forzare il blocco per far sbarcare i migranti, nonostante questi fossero a bordo della sua nave da oltre due settimane. L’orientamento si ritrova in modo pressoché trasversale tra gli elettorati di tutti i partiti: comprensibilmente, oltre 9 elettori della Lega su 10 condividono questa posizione, ma anche i due terzi degli elettori del Movimento 5 Stelle e di Forza Italia. Gli elettori del PD sono gli unici che in netta maggioranza (82%) “assolvono” Carola Rackete.

I dati di SWG (come anche quelli di Tecnè) confermano quelli che avevamo visto la scorsa settimana, rilevati però da un terzo istituto (EMG) nei giorni che hanno preceduto lo sbarco. Segno che l’orientamento degli italiani sulla questione è davvero netto, e gli sviluppi della vicenda (lo sbarco, l’arresto, la scarcerazione…) non ne hanno modificato granché i giudizi.

La decisione del gip di Agrigento sembra quindi non essere condivisa dalla maggioranza degli elettori. Una condizione per la verità tipica degli organismi di garanzia, chiamati ad applicare le leggi (anche quelle internazionali) e non il sentimento popolare, che spetta invece alla politica tradurre in azioni.



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