La Turchia sta continuando ad aiutare il Qatar con l’invio di beni di prima necessità. Dall’inizio della crisi scoppiata tra Doha Arabia Saudita, Emirati Arabi e Bahrein il 5 giugno scorso ad oggi sono stati inviati 90 aerei colmi di prodotti a cui si aggiungono i carichi di navi mercantile, l’ultima delle quali è salpata ieri con un convoglio di 4000 tonnellate. E lo sforzo continuerà, assicurano da Ankara. Il Presidente Tayyip Erdogan è stato infatti risoluto a definire l’isolamento imposto come una sorta di "pena di morte, trattamento disumano e contrario ai valori islamici”, e ad operarsi sin da subito ha chiamato al dialogo e alla mediazione per una risoluzione pacifica della situazione.
In questo quadro si inserisce l’approvazione da parte della Grande Assemblea Nazionale Turca dell’invio di truppe nella base militare qatarina, già aperta nel 2015 in chiave anti ISIS, che ad oggi ospita 100 soldati ma ha una capienza di 5000 uomini. E proprio nelle ore scorse sono giunte le prime truppe per la formazione e addestramento dei soldati locali e per coordinare il dispiego delle forze future. E’ certamente un chiaro messaggio di simpatia che rievoca la solidarietà espressa dall’emiro Sheikh Tamim bin Hamad al-Thani al presidente turco a seguito del tentato golpe del 15 Luglio scorso.
Tuttavia, dietro la pura cordialità diplomatica vi sono ragioni più profonde da ricercare nelle posizioni ideologiche e nei reciproci interessi nazionali. Oltre il dato economico che consta di un flusso commerciale pari a 424 milioni di dollari e ad un impatto nella crescita delle esportazioni turche del 126% dal 2011, i due governi si sono trovati concordi nel condannare il colpo di Stato che in Egitto nel 2013 ha condotto alla caduta di Mohammed Morsi ed entrambi hanno supportato gruppi islamisti nel tentativo di deporre il regime di Bashar Al Assad in Siria.
Ankara e Doha sono uniti anche nel benevolo rapporto verso Teheran, considerato un 'key player' nelle dinamiche regionali, contrariamente a quanto sancito da Arabia Saudita, Emirati e partner. Il sostegno turco deve essere quindi considerato primariamente in una prospettiva regionale che potrebbe cristallizzare l’isolamento di Ankara. Rimane il fatto che mentre il chiaro supporto al Qatar è stato ben recepito dalla comunità internazionale e dagli attori coinvolti nella crisi, i primi riflessi diretti potrebbero non farsi attendere.