Dieci giorni fa sembrava praticamente impossibile: ora l'impeachment, ovvero la messa in stato di accusa del presidente Donald Trump, appare solo una questione di tempo. Gli avvocati della Casa Bianca, a quanto si apprende, sono già mobilitati. "Totalmente ridicolo", ha sdrammatizzato il presidente, tornado a parlare di "caccia alle streghe", dopo la nomina del procuratore speciale Robert Mueller, determinato ex capo dell'Fbi dal curriculum impeccabile, che guiderà l'indagine del Bureau sulle possibili collusioni tra lo staff di Trump e il Cremlino durante le presidenziali. Ma la prerogativa del procuratore speciale è proprio quella di poter seguire ogni pista, con risvolti imprevedibili, come quando partendo dal caso del Whitewater, la vicenda degli investimenti immobiliari in Arkansas, si finì con l'impeachment dell'ex presidente Bill Clinton dopo la scoperta della sua relazione con la stagista Monica Lewinsky che lui aveva negato.
"Trump è riuscito a fare in cinque giorni quello che Richard Nixon ha fatto in 5 anni", ha sentenziato l'ex candidato repubblicano alla presidenza, il senatore John McCain, indicando che la questione delle presunte collusioni tra Trump e la Russia sta "raggiungendo entità e scala del Watergate", lo scandalo che nel 1974 costrinse Nixon a dimettersi, proprio per evitare l'impeachment e la probabile condanna. Trump ha ribadito che con la Russia non c'è alcuna collusione. "Parlo per me stesso", ha però aggiunto, per la prima volta, lasciando intendere che qualcuno del suo staff, potrebbe invece essere coinvolto, come sostiene l’ultima bomba sganciata da Washington Post. La nomina di un procuratore speciale "danneggia terribilmente il Paese perché lo fa apparire diviso", ha commentato Trump alla vigilia dei suo primo viaggio all’estero da presidente. Sembra che l’arrivo di Mueller sia stato comunicato a Trump solo un'ora prima dell'annuncio ufficiale da parte del vice ministro di Giustizia, Rod Rosenstein. Mueller è visto con favore bipartisan e c'è chi sostiene che per Trump sarà "fatale".
Dalle interferenze russe nelle presidenziali al possibile intralcio della giustizia il passo è breve. Trump ha licenziato in tronco Comey che stava sul Russiagate. Poi, via Twitter , gli ha intimato di non fare rivelazioni alla stampa, millantando potenziali registrazioni delle loro conversazioni, con un effetto a dir poco boomerang. La fuga di notizie è stata travolgente e quotidiana e non solo da fonti di intelligence. Alcuni amici di Comey hanno deciso di uscire allo scoperto, come Benjamin Wittes del think tank di Washington Brookings Institutions, rivelando come l’ex capo del Bureau avesse ad esempio intimato a Trump di non chiamarlo personalmente per avere informazioni sul Russiagate per non minare l’indipendenza dell’Fbi. Il più recente affondo mediatico è del New York Times: il presidente durante l'incontro nello Studio Ovale dello scorso 10 maggio con il ministro degli Esteri russo, Serghei Lavrov, e con il suo ambasciatore a Washington, Serghei Kislyak avrebbe definito l'ex capo dell'Fbi "un fanatico squilibrato" e avrebbe detto che il suo licenziamento, avvenuto la sera prima, avrebbe allentato le pressioni dell'inchiesta sul Russiagate.
Non è un caso che i suoi advisor gli abbiano consigliato di affidarsi ad un legale esterno, oltre a quello della Casa Bianca, proprio come aveva fatto Bill Clinton nel 1993 per il caso Lewinsky, noto anche come 'sexgate'. Clinton venne processato per impeachment nel 1998 ma venne assolto dal Senato e poi rieletto per un secondo mandato. Tra le accuse, oltre alla falsa testimonianza, anche l’intralcio alla giustizia. In base all'ultimo sondaggio dell'influente sito inglese di scommesse Ladbrokes, il 60% degli utenti ritiene che Trump non porterà a termine il suo mandato, ovvero il 25% in più rispetto a quanto rilevato subito dopo il suo trionfo elettorale dello scorso 8 novembre.