Dalla versione "alternativa" dai fatti alla storia riscritta "a modo suo" il passo e' breve. Per strategia politica o per ignoranza, il presidente Donald Trump ha offerto al mondo un'altra curiosa lezione di storia, dimenticando la schiavitù come elemento cardine della Guerra di secessione ed esaltando il ruolo del settimo inquilino della Casa Bianca, il populista Andrew Jackson, che lui ammira in modo quasi ossessivo. "Perché' c'e' stata la Guerra Civile? Perché' non e' stato trovato un accordo? La gente non se lo chiede...…se solo Andrew Jackson fosse arrivato più' tardi, la Guerra Civile non ci sarebbe stata. Era veramente arrabbiato per aver visto quello che stava accadendo sulla Guerra Civile", ha affermato Trump in un'intervista al Washington Examiner, creando sconcerto sui media e ilarità sui social perché Jackson e' morto nel 1845 mentre il conflitto tra gli abolizionisti Stati dell'Unione e gli schiavisti, secessionisti Stati Confederati e' scoppiato nel 1861. Sebbene la sua ricostruzione storica sia stata giudicata improbabile, lui non si e' scomposto e anzi ha rilanciato la sua versione dei fatti, via Twitter, suo megafono prediletto. Il "presidente Andrew Jackson, morto 16 anni prima dell'inizio della guerra civile, l'ha vista arrivare ed era arrabbiato. Non l'avrebbe mai lasciata accadere", ha cinguettato , incurante di chi, come Chelsea Clinton, figlia dell'ex presidente Bill e della ex candidata democratica alla presidenza, Hillary, gli ha ricordato che il suo predecessore era uno schiavista. Lo scorso febbraio Trump aveva parlato di Frederick Douglass, noto abolizionista di colore morto nel 1895, come se lo considerasse ancora in vita, tanto che la famiglia dell’interessato gli offri' delle lezioni di storia. Ma fa differenza? "I suoi sostenitori non sono interessati alla verità. Per loro credere in Trump e' una questione di fede. Non hanno votato per lui perché lo considerano colto bensi’ spontaneo, simpatico, politicamente scorretto e dal forte temperamento. Si sentono rappresentati da lui proprio perché non e' un intellettuale come Barack Obama'”, ha osservato Melissa Marschall, docente di scienze politiche alla Rice University di Houston, indicando l'impatto marginale di queste sue continue gaffe'. Anche Ronald Reagan era considerato poco erudito e senza esperienza ma si e' rivelato uno dei presidenti più amati dagli americani nel 20esimo secolo.