Lunghe corsie d’ospedale registrano i passi di chi entra e di chi va. Luoghi di cure e di speranze, di attese e di mancate risposte. Letti bianchi dalle anime di ferro rimangono muti testimoni di trasparenti realtà.
Oggi andremo a conoscere, attraverso le maglie della scrittura, l’infermiera di Lugo, Daniela Poggiali, accusata della morte di una paziente, Rosa Calderoni, di 78 anni. Poche ore fa, la Corte di Cassazione ha annullato la sentenza di assoluzione in appello, e ha ordinato un nuovo processo di secondo grado.
Disposizione spaziale affollata, di chi ravvisa il bisogno di esserci, in maniera abbondante e concreta. Il filo grafico appare corposo, rivelando buona grinta e resistenza. Ottima capacità dialogica e di rappresentazione di sé all’esterno. Abilità e savoir-faire, come si rivela dal medio calibro di lettera e dalla presenza di angoli smussati, sia alla base che al vertice delle ovali e dai risvolti ricurvi. Grande disponibilità e fattiva collaborazione in ambito lavorativo. Con il suo fluente eloquio occupa, per la maggior parte, lo spazio della comunicazione. Preferisce parlare piuttosto che ascoltare. Ciò si desume dallo spazio ridotto fra lettere e medio/stretta fra parole e dall’inclinazione assiale verticalizzata.
La scrittura mantiene il rigo, risultando tutte le lettere allineate orizzontalmente, ancorate al proprio principio di realtà. Il buon grado di chiarezza letterale ci indica che Daniela Poggiali è una persona molto attenta alla cura di sé stessa, ai dettagli particolari e molto variopinti. I piccoli occhielli apicali, presenti alla sommità della lettera “r”, ci indicano vezzi e piccole stravaganze femminili, con momenti di evasione e di ristoro. Amante dell’attività fisica, della natura e del benessere generale. Il taglio prevalentemente sopraelevato della lettera “t”, delinea una figura che non accetta di buon grado le imposizioni e che ama decidere della propria vita. I puntini sono piazzati precisamente sul gramma della lettera, di chi è preciso ed esigente, nel contempo, si rilevano, anche, dei puntini vergati a mo di cerchietti tondi, sinonimo di note di preoccupazione. Presenza di gesti fuggitivi, con qualche piccola gestualità accessoria che corre sotto la linea di scrittura (terzo rigo: buona -nono rigo: da), di chi tiene per sé i propri pensieri. Si rivelano anche altri gesti fuggitivi, caratterizzati da movimenti ornamentali, di chi desidera dare all’esterno una buona e bella immagine di sé. Il ritmo della sua scrittura esprime un movimento legato, ancorato a sé stesso, alla propria forza, resistenza e speranza, di chi attende un nuovo varco nella vita.