Quando la street art si fonde con la fotografia il risultato è sempre affascinante, ma quando la fotografia in questione rappresenta uno dei simboli di legalità più iconici del nostro paese, nasce un’opera che abbandona il semplice carattere estetico e si trasforma in un’arma dal forte carattere educativo.
A dare ancor più forza al messaggio è il contesto in cui è stata realizzata. Si, perché la Scuola Don Antonio Spalatro si trova a Vieste, nel foggiano, dove la “lotta alla mala” è all’ordine del giorno. Non esistono mafie di serie a e di serie b, se non per il cinema. La cinepresa negli anni ha spettacolarizzato la mafia siciliana, la camorra e l’andrangheta, ma rararamente ha acceso i riflettori sulla “mala garganica”. Una storia di faide sanguinose tra clan dalle radici profonde e ben radicate, nata per questioni di abigeato e poi trasformatasi in lotta per il controllo del territorio e dei traffici illeciti.
Il murales fa parte del progetto sulla legalità promosso dal Consiglio Comunale dei Ragazzi insieme all’Assessorato della Cultura del Comune di Vieste e realizzato dallo studio 167B/ Street.
Sono passati più di ventisette anni dal giorno in cui Giovanni Falcone e Paolo Borsellino furono immortalati in questo storico scatto. Era il 27 marzo 1992. A Palermo, nella sala conferenze dell’albergo Trinacria, andava in scena un dibattito sulla mafia. Un giovane fotoreporter, Tony Gentile, al tempo collaboratore per il Giornale di Sicilia, riuscì in pochi istanti a consegnarci delle istantanee dal valore eterno. Nessuno avrebbe potuto immaginare che sarebbe stata l’ultima volta che li avremmo visti insieme. Nel giro di pochi mesi la mafia li uccise entrambi; è storia nota, ma vale sempre la pena ricordarla.
Senza memoria l’educazione è preda dell’oblìo. La scuola Don Antonio Spalatro lo sa bene e ha deciso di preservarla sulle mura della sua entrata scegliendo due guardiani d’eccezione.
"Se la gioventù le negherà il consenso, anche l'onnipotente e misteriosa Mafia svanirà come un incubo", diceva Paolo Borsellino.
Non vi sembra che da quel muro a colori lo stia sussurrando proprio adesso? A me sembra di si, o forse è solo un sogno, un bel sogno, di quelli dove i supereroi sono sempre con noi, più vivi che mai.