In America rifugiati e immigrati possono essere eletti al Congresso. E in Italia?
Nonostante tutto, il modello americano del “self made man” (o woman in questo caso) ha vinto negli Stati Uniti. Ancora una volta l’America, in un oceano di paradossi, si dimostra terra di possibilità

Ilhan Omar è una rifugiata somala, arrivata negli Stati Uniti a 14 anni, dopo aver vissuto 4 anni in un campo profughi in Kenya. Rashida Tlaib è una 42enne di origini palestinesi, nata a Detroit e cresciuta in una numerosa famiglia, mantenuta dal padre operaio della Ford. Alexandria Ocasio-Cortez, 29enne di origini portoricane. Fino a un anno fa serviva ai tavoli di un ristorante a Union Square.
Sono alcuni dei nuovi volti del Congresso americano, eletto mercoledì. Tlaib è diventata così la prima musulmana, insieme a Ilhan Omar, a raggiungere il Congresso. Prima di arrivarci, con una laurea e un master in Legge, ha servito per due mandati al Parlamento statale del Michigan. Ilhan Omar, 37 anni e tre figli, è invece la prima rifugiata, musulmana con il velo, a essere eletto al Congresso. In passato era già stata eletto alla Camera del Minnesota, il suo collegio. Il Time l’aveva inserita fra le 46 donne che stanno cambiando il mondo. Alexandra Ocasio-Cortez, con i suoi 29 anni è la donna più giovane eletta al Congresso, votata nel 14esimo distretto di New York. “Se ce l’ho fatta io, può farcela chiunque”. Lei però non è chiunque e molti la vedono proiettata verso la Casa Bianca.

Ieri alla Camera hanno vinto i democratici, al Senato i repubblicani. Ma senza dubbio, nonostante tutto, il modello americano del “self made man” (o woman in questo caso) ha vinto negli Stati Uniti. Ancora una volta l’America, in un oceano di paradossi, si dimostra terra di possibilità. Non importa da dove tu provenga, quali siano le tue origini, il tuo credo o il colore della tua pelle, ma se hai la capacità e l’aspirazione, puoi arrivare a rappresentare il Paese sugli scranni più alti. Vale per una profuga somala come per una giovane sognatrice di una famiglia portoricana. Allo stato attuale si può dire lo stesso dell’Italia?
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