AGI - Non avere più la possibilità di sfidare Roger Federer in un campo da tennis, incrociando racchette e strategie, ambizioni e talento. È un rimpianto enorme quello che accompagnerà la carriera del 19enne Carlos Alcaraz, numero uno del mondo da pochi giorni e fresco vincitore degli Us Open, il primo torneo dello Slam messo nella sua giovanissima bacheca.
Lo svizzero, 41 anni e 20 titoli Slam collezionati in carriera, ha annunciato il ritiro dalle scene al termine della Laver Cup escludendo di fatto ogni possibile passaggio di consegne con i giovani nuovi campioncini del gioco, Sinner compreso. Neanche uno scontro diretto. Zero a zero a reti (e nastri) inviolate.
“Roger è stato uno dei miei idoli e una fonte di ispirazione! Grazie per tutto quello che hai fatto per il nostro sport! Voglio ancora giocare con te! Ti auguro tutta la fortuna del mondo per ciò che verrà!”. Nel suo messaggio affidato a Instagram, Alcaraz ha ricordato l’allenamento fatto con Federer a Wimbledon. Con una lacrimuccia e un cuore.
Roger has been one of my idols and a source of inspiration! Thank you for everything you have done for our sport! ❤️ I still want to play with you! Wish you all the luck in the world for what comes next! @rogerfederer pic.twitter.com/k4xjyN3AAB
— Carlos Alcaraz (@carlosalcaraz) September 15, 2022
Ma la foto postata è impietosa perché ha la capacità di raccontare il passare del tempo con una crudeltà da cui è impossibile difendersi. Il giovane e il vecchio. Chi dice di non averlo pensato probabilmente sta mentendo (anche a se stesso). Quella sorta di stage di lusso sull’erba londinese, che Alcaraz ha fatto quando l’élite del gioco era per lui solo un sogno all’orizzonte, è un ricordo meraviglioso che non compensa l’assenza di una vera sfida tra i due.
Un training, certo, è qualcosa di prezioso, un’esperienza da vivere come un dono prezioso, la possibilità quasi unica per una giovane promessa di trasformarsi in spugna e assorbire i segreti di chi ha scritto pagine indelebili nella storia del tennis. Ma non compensa l’agonismo di un match che mette in palio prestigio, titoli e, perché no, anche denaro.
Il passaggio di consegne tra lo svizzero e lo spagnolo non avverrà sul campo ma sui social, agli eventi mondani o, come più presumibile, in privato. Con Nadal e Djokovic, invece, Alcaraz ha già avuto modo di mettersi alla prova e non è affatto escluso che ciò non avvenga anche nei prossimi mesi.
Alcaraz sulla vetta del mondo e il ritiro di Federer sono la definitiva testimonianza dell’arrivo di un nuovo capitolo, anche perché non aveva ancora intenzione di girare pagina. Un’era si è ormai chiusa, un’altra è stata aperta.
Gli “Avengers del tennis” come tanti li hanno ribattezzati si ritroveranno tutti proprio alla Laver Cup. Murray, Djokovic, Nadal e, per fortuna, anche Federer. Tutti insieme, tutti dalla stessa parte. Come una vecchia reunion di un cast che nessuno ha intenzione di dimenticare ma che, sullo sfondo, inizia già a sbiadire.
L’ultima stagione di uno show che è pronto ad essere sostituito con uno più moderno e ricco di nuove rivalità. Tutto per merito di Alcaraz, Sinner e di tutti quelle facce nuove che hanno iniziato a rinnovare quell’hollywood dello sport chiamato tennis. E che hanno convinto anche i più grandi ad iniziare ad appendere la racchetta al chiodo.