“Fisicamente mi ricorda Bjorn ma quando lo vedi giocare ti accorgi che no, Leo non ha lo stesso stile di gioco del papà”. Lo scorso ottobre, l’ex campione di tennis svedese Mats Wilander, rilasciò un’intervista a Expressen commentando la vittoria del figlio quattordicenne di Bjorn Borg ai master nazionali di categoria. Ne lodava l’atteggiamento in campo, la mentalità vincente, la buona tecnica per la sua età. Una buona partenza, insomma. Come il suo rovescio bimane, specialità della casa, il dritto a sventaglio e un fisico solido, anche se tutto da costruire.
Chi è Leo Borg
La cosa certa è che Leo sembra non avere nessun timore reverenziale nei confronti del padre e dei possibili paragoni a cui, inevitabilmente, andrà incontro durante tutta la sua carriera. Anzi, è stato proprio lui a volerli scacciare proponendosi come attore nel film del 2017, diretto dal regista danese Janus Metz, che raccontava la rivalità tra Borg e McEnroe. Leo, che è figlio della terza moglie del campione svedese, ha interpretato le scene in cui veniva raccontava l’adolescenza di Bjorn Borg e i suoi primi passi sui campi da tennis. Quel periodo in cui il padre non era ancora “Ice”, l’uomo di ghiaccio, e faticava a controllare le sue emozioni dentro e fuori dai campi. Una prova a cui si è sottoposto in maniera volontaria rispondendo, come altri coetanei, a una richiesta generica della produzione che cercava giovani tennisti. Dopo cinque provini, Metz decise di affidagli il ruolo convinto che avesse il talento giusto per stare di fronte a una telecamera. Sulla somiglianza fisica, com’era facile intuire, non c’era alcun dubbio.
Bjorn Borg: 'My son Leo wants to play tennis all the time' https://t.co/Rt3Il0RtQq pic.twitter.com/BBNmV2aJ9l
— Tennis World English (@TennisWorlden) 25 agosto 2017
Se sul lato cinematografico il suo è stato a tutti gli effetti un lavoro da comparsa, sul lato sportivo, Leo promette benissimo. Tra i ragazzi della sua età ha già conquistato la vetta della classifica in Svezia ed è ventesimo nel ranking europeo. Sul Corriere della Sera di oggi si legge di come abbia già firmato un contratto con uno sponsor importante come Fila, lo stesso del padre, e stia frequentando una tra le migliori squadre di tennis svedesi: “Ho cominciato a giocare a tre anni, accompagnato in campo da mia nonna. Non è facile portarsi in giro il cognome Borg ma papà ha fatto un passo indietro e mi ha messo nelle mani di un coach”.
I sogni e i desideri di Bjorn e Leo
Il desiderio del padre, per ora, è quello di essere il primo tifoso di Leo. Niente più. Dopo una vita da giramondo, infatti, Bjorn ha deciso di stare accanto alla sua terza moglie e di muoversi con grande parsimonia dalla sua casa di Värmdö, una delle tante isole della contea di Stoccolma. Allenare il figlio sarebbe come riprendere a giocare, viaggiando sempre, cosa che preferisce evitare: “Preferisco non interferire troppo. A volte giochiamo un po’ insieme in estate. Se mi chiede un consiglio, naturalmente rispondo ma non sostituisco il suo allenatore. Mi vede più come un padre che come un ex campione. E questa è la cosa più importante”.
Parlando a Le Parisien, Borg ha puntato il dito sui parenti troppo invadenti: “In tribuna vedo genitori che parlano tutto il tempo, urlano consigli e fanno pressione sui loro figli. Ammetto che a volte mi sorprende…”. Un sistema, quello sportivo, che è diventato molto più problematico per i giovani del nuovo millennio: “Alla stessa età, sicuramente mi avrebbe battuto perché oggi il tennis è diverso. La competizione è incredibile e condiziona molto più di quanto è stato per noi”.
A Leo non manca certamente l’ambizione. La volontà è quella di diventare un professionista di successo. Arrivare il più presto nella la Top Ten della classifica ATP per provare a conquistare quel torneo di Wimbledon che, in casa Borg, già scintilla grazie ai 5 trofei conquistati dal padre. Secondo Wilander, però, il difficile arriva ora: "All’eta di 14 anni la pressione non è così grande. A 16-17 sarà più difficile continuare a migliorare”. Ma sono in tanti quelli che sono pronti a scommettere sul suo futuro. A partire da papà Bjorn.