Essere Rafa Nadal, anatomia di un fenomeno irripetibile
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Essere Rafa Nadal, anatomia di un fenomeno irripetibile
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 Rafa Nadal
 (Afp) -  Rafa Nadal
“È difficile piegare qualcosa che è naturale. Per me questo successo è stato particolarmente emozionante e mi ha fatto anche piangere al saluto del pubblico, perché è arrivato dopo quasi cinque mesi fuori, per infortunio, e poi coi dubbi del rientro in Davis e a Montecarlo. Questo successo mi dà fiducia per il futuro, ma so bene che ho 32 anni e che devo fare attenzione al mio corpo. Perciò, devo decidere come programmare i tornei sull’erba, dopo una stagione sulla terra che ha richiesto molto sforzo da parte mia anche sotto il profilo mentale. L’anno scorso a Wimbledon potevo ancora andare avanti, ho perso con Muller nel quarto turno un match che potevo vincere, ma sono soddisfatto dei tre che ho giocato prima”.
“Non sono uno che pensa a queste cose, non sono ossessionato da quello che ha di più un altro, mi piacerebbe avere tanti Slam e chissà magari ne vincerò anche di più. Ma io non funziona così, so apprezzare quello che la vita e il tennis mi hanno dato, e oggi penso, contento, al Roland Garros. Qualcosa che non avrei mai sognato di vincere tante volte e che sette anni fa non avrei pensato di rivincere ancora nel 2018”.
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