Martina Navratilova, che ha fatto in tempo a giocarci contro, nel 1975, ha scritto una lettera aperta a Margaret Smith Court. I gay sono la sua battaglia di sempre e non può accettare l’accusa della mitica primatista di 24 titoli dello Slam (con 11 Australian Open, però, che molti all’epoca disertavano): “Il tennis è pieno di lesbiche L’omosessualità è un abominio agli occhi del Signore. Chi cambia sesso è influenzato dal diavolo”.
Martina ce l’ha con la famosa collega - una delle uniche tre della storia ad aver chiuso il Grande Slam, insieme a Connolly e Graf - perché già nel 1990 l’aveva accusata di dare un cattivo esempio. Da gay dichiarata, la Navratilova mette addirittura in dubbio che la Court abbia diritto ad avere un campo di tennis, comunque un luogo di raccolta di persone di tutti i generi, a suo nome. Il riferimento è al terzo campo più capiente (7500 posti) di Melbourne Park, dove si disputa il primo Slam dell’anno, che nel 2003 è stato intitolato alla Court. E, in scia, altri tennisti si sono schierati contro: dalle gay dichiarate Billie Jean King (rivale diretta ai tempi della Court) e Dellacqua (”Hai privato tuo figlio di un padre”, l’ha accusata pubblicamente la mitica tennista) all’altra australiana Stosur, dalla tedesca Petkovic ad Andy Murray.
Così come tanti altri erano indispettiti quando la campionessa di tennis australiana aveva criticato la Qantas perché sostiene i matrimoni fra persone dello stesso sesso, illegale in Australia, e minacciando di disertare la compagnia aerea. “Credo che il matrimonio sia un’unione fra un uomo e una donna, stabilito dalla Bibbia”.
Con quel viso segnato dalle rughe e quindi ancor più austero, la Court, che ha fondato il Victory Life Centre, chiesa cattolica a Perth, dove risiede, ed è Ministro Pentecostale Cristiano, sostiene semplicemente che l’omosessualità è “passione per la carne”, punta da sempre il dito contro le colleghe King e Navratilova: “Quando giocavo io c'era solo una coppia di lesbiche, ma hanno portato le giovani alle feste, le hanno coinvolte. E hanno dato un esempio, un punto di riferimento, una indicazione negativa di quello che sarebbe stata la loro vita”.
La campionessa australiana ha vinto 24 singolari dello Slam, uno più di Serena Williams, e 62 titoli nei Majors, sommando doppi e misti, record che difficilmente verrà battuto. Come del resto le sue posizioni anti-gay. A gennaio sapremo se qualche tennista davvero boicotterà la Margaret Court Arena perché non si sente rappresentato. Ma forse la chiosa ideale è quella del primo ministro australiano, Malcolm Turnbull, “Checché la gente pensi del punto di vista di Margaret Court sui gay, è stata una delle più grandi di sempre e la Margaret Court Arena celebra la tennista Margaret Court”.