L'ultimo salto di Cassini. Cosa ci ha insegnato nella sua lunga e proficua vita?
La sonda si schianta sul pianeta degli anelli. In vent'anni ci ha mandato una mole di dati impressionante

Mentre si avvicina “l’ultimo atto” della missione Cassini-Huygens, vale la pena riflettere sull’eredità, sul patrimonio di conoscenze, che ha cambiato sensibilmente il modo di cercare forme di vita extraterrestri nel nostro sistema solare.
Sotto i ghiacci di Encelado, Cassini ha trovato ingredienti simili a quelli che hanno portato allo sviluppo della vita sulla Terra e questa scoperta ha dato nuovo impulso alla ricerca planetaria degli ultimi dieci anni. L'acqua viene riscaldata mentre filtra attraverso le rocce del fondo marino e questi flussi d’acqua calda, che hanno anche un elevato contenuto di sali minerali, creano delle vere e proprie "bocche idrotermali", dei camini simili a quelle che si aprono sui fondali degli oceani terrestri, dove sappiamo prolificano diverse comunità di organismi che, proprio grazie all’apporto di energia e nutrienti, vivono in assenza di luce solare.

Cassini ha potuto analizzare i minerali disciolti nell’acqua perché, di tanto in tanto, potenti getti sono espulsi nello spazio, attraverso le fessure che si aprono nei ghiacciai, e diventano immediatamente delle fontane di cristalli ghiacciati che poi ricadono lentamente, come fiocchi di neve, sulla superficie.
La presenza di acqua liquida sotto la crosta ghiacciata di Europa, una delle lune di Giove, era già stata rilevata dalla sonda Galileo negli anni ‘90. La rivelazione più recente, che luna di Saturno possiede anche l’energia chimica capace di alimentare le reazioni della vita, è però un enorme passo avanti.
Insomma, Cassini diventerà il modello a cui si ispireranno le future missioni della NASA, a cominciare da Europa Clipper, il cui lancio è previsto per il 2020. In questo caso anche gli strumenti saranno derivati da quelli utilizzati da Cassini; ad esempio lo spettrometro (Ion e Neutral Spectrometer) che analizzerà la composizione chimica dei “geyser” di Europa sarà la versione più sensibile e avanzata di quello utilizzato dalla sonda Cassini.
L’altro importante contributo riguarda Titano, la luna perennemente celata dalla foschia. Oltre a rilasciare il lander Huygens, felicemente atterrato sulla superficie, la sonda anche eseguito più di un centinaio avvicinamenti nell’atmosfera di Titano che si è rivelata una vera “fabbrica” di prodotti chimici organici, un laboratorio naturale per la chimica prebiotica. Togliendo il velo di Titano, Cassini ha dato inizio ad una affascinante “oceografia extraterrestre” e ha mostrato come processi come quelli terrestri possano verificarsi anche con composti chimici e temperature molto diverse da quelle del nostro pianeta.
Nei prossimi decenni, sonde ancora più sofisticate torneranno intorno a Saturno e le sue lune, saranno in grado di navigare sui mari di metano di Titano e di volare attraverso i “geyser” di Encelado. Cassini ci ha mostrato scenari nuovi e inimmaginabili dove potrebbero esistere forme di vita aliene o almeno dove ci sono condizioni adatte per il loro sviluppo.
Ma la vera lezione è che la maggiore conoscenza implica una maggiore responsabilità e per continuare l’affascinante caccia dobbiamo imparare ad essere più attenti e a rispettare i delicati equilibri della vita.
Se avete correzioni, suggerimenti o commenti scrivete a dir@agi.it