La sfida della luna

Il 20 luglio del 1969 l'Eagle toccò la superficie lunare nei pressi del Mare della Tranquillità

La sfida della luna

Era il maggio del 1961, quando il presidente Kennedy, lanciò la sfida davanti al Congresso americano: «...credo che questo paese debba impegnarsi, prima che finisca questo decennio, a realizzare l'obiettivo di far atterrare un uomo sulla Luna e farlo tornare sano e salvo sulla Terra...». Kennedy prometteva la Luna ma nessun americano aveva ancora viaggiato intorno alla Terra. John Glenn sarebbe andato in orbita solo nel febbraio del 1962.

Stati Uniti e Russia si fronteggiavano anche nello spazio; una sfida “pacifica” condotta, però, con le tecnologie della “guerra fredda”, quelle dei vettori capaci di portare ordigni nucleari da un continente all’altro.

L’avventura americana si svolse tra le pianure dell’Alabama e le paludi della Florida. Tra il Marshall Space Center, dove il gruppo di von Braun stava progettando il possente Saturno V, e Cape Canaveral, la base dove veniva realizzato il primo “spazioporto” da cui spiccare il balzo verso il cosmo.

Si respirava un clima di grande eccitazione; molti giovani, e io fra questi, volevano diventare astronauti e nessuno metteva in dubbio che, entro la fine del secolo, l’umanità avrebbe costruito avamposti abitati sulla superficie della Luna e magari su Marte.

Nel 1968, “2001 Odissea nello spazio” di Stanley Kubrick aveva vinto l’Oscar per gli effetti speciali. Realtà ed immaginazione sembravano confondersi e gli scenari più futuribili apparivano a portata di mano.

In questo clima si arrivò al 16 luglio 1969, con l'Apollo 11 pronto a partire dalla Florida. Un milione di persone si radunarono sulle spiagge di Cape Canaveral e quasi 600 milioni guardarono il lancio, trasmesso dalle TV di tutto il mondo.

Ancor più seguite furono le immagini dell’allunaggio. L’Eagle (Aquila) toccò la superficie del nostro satellite il 20 luglio (alle 22:18 ora italiana), nei pressi del Mare della Tranquillità. Poco prima del saltello che lo consacrerà alla storia, Armstrong pronunciò la famosa frase: «Questo è un piccolo passo per un uomo, ma un balzo gigantesco per l'umanità».  Poi, venne raggiunto da Aldrin e insieme esplorarono la superficie della Luna. In tutto un paio d’ore, passate saltellando nella debole gravità lunare. 

Nel corso degli anni, il ricordo di quella notte magica si è andato attenuando, al punto che in molti si sono chiesti se ne valesse la pena. Qualcuno è arrivato addirittura a mettere in dubbio che quelle immagini fossero vere.

Nei decenni successivi, molte argomentazioni sono state usate per giustificare il progetto Apollo. Si è parlato della sicurezza nazionale, della ricerca scientifica e dello sviluppo di tecnologie avanzate, capaci di dare impulso all’economia.

In verità, l’Apollo fu tutto questo… e molte altre cose. Forse, come hanno detto gli astronauti dell’Apollo: «…siamo andati sulla Luna per veder la Terra da un diversa prospettiva…». Aggiungerei che questo nuova prospettiva ci ha insegnato: «ad amare e proteggere il nostro piccolo, meraviglioso pianeta azzurro».  

Dopo quasi mezzo secolo in cui siamo stati confinanti entro l’orbita terrestre, è giunto il momento di riprendere il cammino interrotto.

Tornare sulla Luna sarà probabilmente il primo passo verso Marte!



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