Pedro Duque, l'astronauta diventato ministro

La sua prima missione nello spazio risale al 1998: è stato indicato dal nuovo premier Sanchez titolare di Scienza, Innovazione e Università

Pedro Duque astronauta ministro

Conosco bene Pedro Duque.  Eravamo insieme nella prima classe di astronauti che, oltre a 35 americani, contava anche 9 aspiranti provenienti da tutto il mondo. Eravamo la classe più numerosa di sempre, al punto di meritare il soprannome di “ Sardine”.

Pedro Duque astronauta ministro
Classe astronauti con Pedro e Guidoni

Erano gli anni in cui si iniziava la realizzazione della Stazione Spaziale Internazionale (ISS) e, a Houston, cominciava a nascere quella comunità internazionale di astronauti che è diventata uno dei tratti essenziali del progetto della ISS.

Con Pedro abbiamo condiviso tutte le fasi dell’addestramento e, in particolare, ricordo bene la sua prima esperienza nello spazio, nel 1998, a bordo dello Space Shuttle. In quella missione viaggiò insieme a John Glenn, l’eroe americano che per primo aveva girato in orbita intorno alla Terra e  che si avventurava di nuovo nello spazio, alla veneranda età di 77 anni.

Ho avuto modo di seguirlo sia al Kennedy Space Center, prima del lancio, che durante il volo, da una scuola in Spagna che si era collegata direttamente con lo Space Shuttle.

Da astronauta a ministro

La notizia della sua nomina a Ministro dell'Innovazione, della Scienza e dell’Università mi coglie di sorpresa ma, allo stesso tempo mi fa molto piacere.

Pedro Duque è un ingegnere preparato, un astronauta di grande esperienza e ho avuto modo di sperimentare la serietà con cui affronta le nuove avventure. Questa sua nuova attività di ministro sarà tutt’altro che facile, come sempre accade quando si passa da un ruolo tecnico ad uno più squisitamente politico, ma sono convinto che farà bene, come ha dimostrato nel corso della sua carriera professionale.

Naturalmente, non posso non pensare al nascente governo italiano. I temi dell’Università e della Ricerca sono rimasti del tutto marginali nel corso della lunga trattativa tra le varie forze politiche. Ancora una volta, il dibattito si è intrecciato sul presente, dimenticando che la Politica, quella con la p maiuscola, è anche la capacità di guardare avanti, di tentare di “progettare” il futuro.

In questo nuovo secolo, più che in quello appena trascorso, il ruolo della formazione scientifica e della ricerca saranno essenziali per lo sviluppo della società. Il futuro avrà a che fare con Intelligenza Artificiale, Nanotecnologie, Energia, Spazio e tanto altro.

Si tratta di temi complessi, che implicano competenze specifiche, che richiedono livelli di conoscenza diffusi nella società e, soprattutto, una classe dirigente all’altezza delle sfide che il nostro Paese dovrà affrontare nei prossimi decenni.

La stiamo aspettando da più di vent’anni...



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