La National Aeronautics and Space Administration è nata il 29 luglio 1958, con la firma dello Space Act da parte del presidente Eisenhower, ed ha iniziato le attività il 1 ottobre 1958.
L’idea di creare un’organizzazione civile dedicata alla ricerca spaziale è stata una delle grandi eredità lasciate dal Presidente che voleva evitare di dare una valenza militare alla conquista dello spazio. Per apprezzare la decisione di uno dei generali che aveva vinto la seconda guerra mondiale dobbiamo ripercorrere i convulsi mesi seguiti al lancio dello Sputnik, il 4 ottobre1957.
Un sopravvissuto al gulag ed un fuggiasco dalla Germania
Siamo nel pieno della Guerra Fredda: Stati Uniti ed Unione Sovietica devono dimostrare di essere in grado di poter portare le testate nucleari in ogni parte del mondo. Entrambe le nazioni hanno un fiorente programma dedicato allo sviluppo di missili balistici intercontinentali. Gli americani si sono affidati a Wernher von Braun, un ex-nemico del quale non possono fare a meno, i Russi sono guidati da un uomo così importante che il suo nome non può nemmeno essere menzionato. Si tratta di Sergei Korolev, meglio noto come il “grande costruttore”, sopravvissuto al gulag di Stalin.
Sarà lui a convincere Krusciov ad approvare il lancio di Sputnik, un semplice trasmettitore che cambierà la storia. Il successo dello Sputnik è superiore alle aspettative: la reazione degli Occidentali è di enorme stupore e grandissima preoccupazione. Infatti, pur essendo un esperimento assolutamente pacifico, Sputnik mette in chiaro che l’Unione Sovietica è in grado di portare una testata nucleare in qualsiasi punto degli Stati Uniti.
John Fitzgerald sogna la Luna
Per tacitare un’opinione pubblica americana seriamente preoccupata Eisenhower decide la creazione della Nasa. Sarà poi Kennedy (insieme al suo vice Lyndon Johnson) a dare la spinta decisiva con la sfida della conquista della Luna. Una decisione a dir poco temeraria, che l’Agenzia portò a termine in modo splendido.
La Nasa è sempre stata sinonimo di ricerca spaziale (rigorosamente civile) a tutto campo.
Verso gli spazi dell’Universo profondo
Oltre ai voli umani, la Nasa si occupa di esplorazione robotica del sistema solare, dello studio del Sole fino all’osservazione dell’Universo profondo. L’Agenzia ha coniugato le prodezze degli astronauti con quelle dei robottini su Marte per tenere sempre vivo l’interesse del pubblico.
Spazio non significa solo il cielo, grande attenzione viene dedicata alle osservazioni della terra, per monitorare lo stato degli oceani, piuttosto che quello dei ghiacci o la quantità di ozono che ci protegge dalle radiazioni ultraviolette. Per ottenere foto della Luna, di Marte, di tutti i corpi del sistema solare e delle più distanti galassie sono state messe a punto tecniche molto sofisticate che hanno poi trovato applicazioni in moltissime discipline terrestri, dalle telecomunicazioni alla medicina passando per il monitoraggio globale del sistema Terra.
Non veniamo dallo Spazio, ma siamo spaziodipendenti
La Nasa non è responsabile delle missioni di meteorologia, di telecomunicazioni o di posizionamento globale, tuttavia ha contribuito in modo molto importante agli sviluppi tecnologici che sono alla base di queste importantissime applicazioni. Così facendo, lo spazio è entrato nella vita di tutti noi.
Mentre l’uomo ha conquistato lo spazio, le tecnologie spaziali hanno conquistato la società. Oggi siamo tutti spazio dipendenti: per programmare un viaggio guardiamo le immagini satellitari di Google Earth e poi ci facciamo guidare dai satelliti per il posizionamento globale.
La protezione civile può sempre contare su immagini satellitari delle aree colpite da catastrofi naturali. Le previsioni del tempo hanno smesso di essere un’arte e sono diventate sempre più precise e affidabili.
I satelliti per le telecomunicazioni ci rimbalzano in tempo reale immagini da tutto il mondo.
Cosa succederebbe se improvvisamente non avessimo accesso a tutte queste informazioni? Se al festoso “tanti auguri” seguisse un simbolico spegnimento dei satelliti attualmente attivi, il nostro mondo non sarebbe più lo stesso.