Anche la Cina vuole la luna

Dopo la nuova missione affidata alla sonda Chang'e 5, Pechino preparerà lo sbarco di astronauti

Anche la Cina vuole la luna

La Cina sembra pronta a lanciare una nuova missione verso la Luna entro la fine del 2017. La missione della sonda Chang'e 5, che sarà la prima missione cinese a riportare indietro una piccola quantità di materiale lunare, partirà dallo spazioporto di Wenchang, nella provincia di Hainan. Il lancio è previsto per la fine di novembre, a bordo di un vettore Lunga Marcia 5, ma potrebbe subire un rinvio proprio a causa di un incidente che ha riguardato un precedente lancio dello stesso razzo.

La CNSA (China National Space Administration), l’agenzia spaziale cinese, ha già inviato alcune sonde verso la Luna che, per i cinesi, ha un particolare valore simbolico. Non a caso tutte le sonde lunari prendono il nome Chang’e, la dea della luna della mitologia cinese.

La prima è stata la sonda Chang'e 1,  lanciata nel 2007 e progettata per inserirsi in orbita intorno al nostro satellite e mapparne la superficie. Lo stesso compito è stato affidato alla Chang'e 2 del 2010. Successivamente, nel 2013 è stata inviata Chang'e 3, una versione più sofisticata che includeva un lander, che è “allunato” con successo, e il rover Yutu (in cinese Coniglio di Giada, l’animale preferito della dea lunare) che ha percorso diversi chilometri, scattando foto dettagliate della superficie lunare.

La nuova missione dovrebbe ripercorre i passi di quella del 2013 ma con un’importante differenza:  oltre al modulo di atterraggio, il veicolo Chang’e 5 avrà un modulo di risalita e un veicolo capace di rientrare sulla Terra.  Dopo l’allunaggio, il lander utilizzerà un trapano e un braccio meccanico per raccogliere la polvere e le rocce che verranno depositate in una capsula contenuta nel modulo destinato a risalire in orbita. Dopo il decollo e l’aggancio con il veicolo rimasto in orbita lunare, la capsula con i preziosi campioni lunari farà ritorno verso l’orbita terrestre e rientrerà a terra autonomamente, utilizzando un paracadute.

Se tutto andrà secondo i piani, i cinesi saranno i terzi al mondo a riportare campioni di suolo lunare sulla Terra. L’ultimo tentativo risale agli anni 70, quando l'ex Unione Sovietica portò a termine con successo tre missioni robotiche sulla Luna: il Luna 16, il Luna 20 e il Luna 24. Quest’ultima,  nell’agosto del 1976, riportò sulla Terra la maggior quantità di campioni lunari che, comunque, raggiungevano appena i 170 grammi.

Come è noto, gli americani furono i primi a raggiungere la Luna tra il 1969 e il 1972 e, grazie agli astronauti, furono in grado di riportare sulla Terra ben 360 chilogrammi di materiale lunare. Le ambizioni lunari della Cina non sembrano fermarsi alla raccolta di campioni. L’anno prossimo è prevista una missione altrettanto complessa, che porterà la sonda Chang’e 4 ad atterrare nella parte nascosta della Luna, una manovra mai tentata prima.

Inoltre, fatto ancor più importante, tutte queste missioni fanno parte di un progetto a lungo termine che prevede anche l’esplorazione umana. L’agenzia cinese ha dichiarato che i primi “taiconauti” potrebbero mettere piede sulla Luna nei prossimi 20 anni. Più recentemente si è parlato di un progetto comune con l'Agenzia Spaziale Europea (ESA) per realizzare il primo avamposto abitato sul nostro satellite. Insomma, il ritorno sulla Luna di un equipaggio umano, magari internazionale, potrebbe essere solo questione di tempo.

 



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