E’ terminato l’ultimo volo dello X-37B. Il veicolo spaziale senza equipaggio dell’Aeronautica USA è atterrato domenica scorsa sulla pista del Kennedy Space Center, la stessa utilizzata dallo Space Shuttle. Proprio come per la navetta della NASA, il boom del passaggio da supersonico a subsonico, ha annunciato il suo arrivo nei cieli della Florida.
Si è trattato della quarta missione di un programma militare super segreto - denominato Orbital Test Vehicle (OTV) – in cui viene utilizzato un veicolo che viene lanciato con un razzo Atlas 5 e può atterrare come un aereo. La navetta è rimasta in orbita per 718 giorni, stabilendo un nuovo record di permanenza continuativa nello spazio. Ha segnato, anche, il primo atterraggio nello spazioporto della NASA, dopo tre missioni che avevano toccato terra presso la base aerea di Vandenberg, in California.
La navetta militare, di cui esistono due prototipi gemelli, è dotato di ali a delta come il veicolo della NASA ma presenta significative differenze, a cominciare dalle dimensioni che sono solo un quarto di quelle dello Space Shuttle. Inoltre è in grado di volare senza equipaggio, insomma è un robot capace di svolgere autonomamente la sua missione in orbita e di ritornare sulla Terra per un “touchdown” su una pista di atterraggio convenzionale.
Ma le differenze tecniche vanno ben oltre. Il veicolo è protetto dalle altissime temperature del rientro nell’atmosfera da piastrelle ceramiche assai più resistenti dei pannelli in carbonio rinforzato delle navette della NASA; inoltre i comandi di volo e i freni utilizzano attuatori elettromeccanici, più leggeri e affidabili dei sistemi idraulici.
Infine, lo X-37B è alimentato da un pannello solare che viene aperto una volta arrivato in orbita. In questo modo non è limitato dalla quantità di idrogeno e ossigeno che può trasportare, come accadeva per lo Space Shuttle che utilizzavano celle a combustibile e poteva rimanere in orbita solo un paio di settimane.
Trattandosi di un progetto militare, il costo del programma OTV è classificato così come gli obiettivi delle missioni e i dispositive che sono trasportati nello spazio. Si sa, comunque, che in quest’ultimo volo c’erano almeno due “payload”: un sistema di propulsione elettrica sperimentale da testare in orbita e un “pallet” per esporre campioni di diversi materiali all'ambiente spaziale.
La propulsione elettrica utilizza atomi di gas, come xenon o argon, che vengono ionizzati e sparati a gran velocità grazie ad un forte campo elettrico. La spinta e molto inferiore ai tradizionali motori chimici ma viene usata solo una minuscola quantità di gas e questo permette di realizzare motori compatti e di peso ridotto, che possono essere utilizzati per tempi assai più lunghi.
Dato il clima di segretezza che circonda i voli dello X-37B, ci sono molte speculazione sullo scopo delle missioni: si è parlato della sorveglianza segreta della stazione orbitale cinese o della sperimentazione di armi laser nello spazio. L'Air Force ha sempre dichiarato che si tratta di un veicolo sperimentale impiegato come banco di prova per nuove tecnologie da utilizzare nello spazio.
Al di là delle opinioni, c’è il fatto che anche nello spazio siamo entrati nell’era dei “droni”, con tutti i benefici che questi dispositivi possono offrire per quanto riguarda l’esecuzione di operazioni pericolose o di documentazioni video, ma anche con i rischi per la nostra privacy e per la possibile militarizzazione dello spazio.