l'Italia non è un paese per scienziati. I finanziamenti sono scarsi e gli scienziati sono pochi se paragonati agli standard internazionali. Tuttavia, l'Italia non è affatto un paese antiscientifico. Faccio spesso conferenze al grande pubblico e trovo sempre interesse e desiderio di informazione di qualità. Portare la scienza al pubblico e quindi uno sforzo meritorio ed è per questo che sono onorata di fare parte della giuria del premio Galileo, dedicato proprio alla promozione della divulgazione scientifica.
Arrivata all'undicesima edizione, la manifestazione si è svolta a Padova sotto l'egida del Comune e dell'Università (oltre che di molti altri sponsor). Si tratta di premiare libri di divulgazione scientifica, scegliendo tra le opere pubblicate nei due anni precedenti. La selezione si articola in due stadi. Nel primo, a inizio anno, la giuria di esperti nelle varie discipline sceglie una cinquina di libri finalisti che verranno sottoposti alla giuria popolare formata dagli studenti di oltre cinquanta scuole superiori sparse per tutta l'Italia. La selezione della cinquina finalista non è un compito facile perché, per fortuna, il panorama dei libri proposti è ricco e molto vario. Quest'anno abbiamo dovuto esaminare oltre 100 libri. Abbiamo discusso a lungo e votato in diverse riprese per arrivale alla scelta dei finalisti. Andando al di là dei nostri gusti personali ci siamo sforzati di immaginare cosa sarebbe interessato ai giovani lettori cercando di tenere conto dei temi più scottanti dell'attualità, oltre che della qualità dei volumi. Quest'anno la cinquina spaziava tra i terremoti, i vaccini, le bufale in medicina, la genetica delle popolazioni e la fisica con la storia della scoperta del bosone di Higgs.
.
A questo punto, il compio dei giurati è esaurito dal momento che saranno i ragazzi a decidere la classifica. Ogni scuola vota il libro preferito e, sommando i voti, nel giorno della premiazione, si arriva alla classifica finale.
Ieri pomeriggio, nella splendida cornice del palazzo della Ragione a Padova è stata annunciata la gradutoria (nella foto di apertura, il presidente della giuria Dario Bressanini con la cinquina dei libri finalisti):
1-Guido Tonelli (nella foto qui sopra), La nascita imperfetta delle cose, Rizzoli Editore, 2016; Intervista all'autore
2-Guido Barbujani, Gli africani siamo noi. Alle origini dell’uomo, Editori Laterza, 2016. Intervista all'autore
3-Andrea Grignolio, Chi ha paura dei vaccini?, Codice Edizioni, 2016; Intervista all'autore
4-Silvia Bencivelli e Daniela Ovadia, È la medicina, bellezza!, Carocci Editore, 2016; Intervista all'autore
5-Alessandro Amato, Sotto i nostri piedi, Codice Edizioni, 2016; Intervista all'autore
Sì tratta di cinque libri interessanti e ben scritti, che consiglio a tutti. Benché io sia una fisica e condivida l'entusiasmo di Tonelli per il bosone di Higgs e le nuove frontiere della ricerca nel campo delle particelle elementari, confesso che la mia preferenza andava a Barbujani che ha un modo fantastico di descrivere il suo lavoro di genetista che non crede nelle razze.