The Startup: l'Italia può essere un Paese per giovani
Il film di D'Alatri in sala dal 6 aprile ribalta un luogo comune: un giovane può fare impresa nella nostra Penisola

Il 6 aprile arriva in sala ‘The Startup’, l’ultimo film di Alessandro D’Alatri e il clamore del web probabilmente cesserà. O anche no (come diceva un noto comico). Il tema del titolo del film, le startup, così come la storia su cui si basa, quella di Matteo Achilli e del suo social network Egomnia, hanno suscitato un vespaio sul web legato alla natura della startup, al suo effettivo valore sul mercato e all’innata antipatia del suo creatore baciato dalla fortuna fin dall’inizio. Il timore del microcosmo degli startupper era il seguente: racconti con toni esaltanti un’azienda di modesta entità, un imprenditore abile nello sfruttare il clamore mediatico (non a caso ora che esce il film ha annunciato il primo aumento di capitale) e fai un’operazione scorretta e dannosa per chi di startup vive.
Matteo Achilli e Andrea Arcangeli
Nulla di tutto questo. Ovviamente, aggiungerei, conoscendo da anni Alessandro D’Alatri e sapendo che è un regista di razza che fa film “che non sembrano italiani”, come si è detto in conferenza stampa, volendogli fare probabilmente un complimento (e, visti gli altri film italiani usciti in questi mesi, lo è di sicuro). Ha scelto una storia e l’ha innalzata a modello usando lo strumento che padroneggia meglio, la macchina da presa. Il protagonista del film, ben interpretato da Andrea Arcangeli, è un giovane deluso dalla vita e dall’evidenza che in Italia la meritocrazia non conta molto. E decide di puntare tutto su un’idea che ritiene fantastica e che unisce genio imprenditoriale e alto valore etico e morale: un social network sul modello di Linkedin, italiano, in cui inserire i propri dati e le proprie competenze professionali ed esperienze lavorative che saranno elaborate da un algoritmo che creerà un elenco basato sul merito (ovviamente deciso secondo i parametri inseriti). Le aziende potranno così selezionare i propri dipendenti in base all’effettivo valore degli stessi.
Il film di D'Alatri è "basato su una storia vera"
Il suo film, come recita la didascalia nei titoli di testa, “è basato su una storia vera” (con le debite proporzioni, come ‘Moniseur Vordoux’ di Chaplin era basato sulla storia di Henri Landu alias Barbablù o ‘Quarto potere’ di Orson Welles su quella di William R.Hearst). E’ basato sulla storia di Matteo Achilli, non è la sua storia né quella di Egomnia, ma di un ragazzo che ha un sogno e che lo realizza. In Italia. E non è cosa da poco in tempi in cui sembra acclarato che questo non è un paese per giovani e per coltivare i propri sogni bisogna andare all’estero. ‘The Startup’, quindi, come ha spiegato D’Alatri stesso ospite di Viva l’Italia, vuole mandare un messaggio di speranza. Forse utopistico, ma, come diceva Karl Popper, “i nostri sogni e i nostri desideri cambiano il mondo”.
Alessandro D'Alatri tra Andrea Arcangeli e Paola Calliari
Il protagonista del film, dunque, come modello di giovane di umili origini con una grande idea e tanta forza di volontà, costretto a chiedere finanziamenti alle banche per finanziare il suo progetto e sentirsi rispondere: "Ma perché vuoi 100mila euro per una startup? Con 100mila euro ci apro tre pizzerie". Questa battuta - che poi battuta non è - sintetizza un intero mondo, quello finanziario, che almeno fino a 5 anni fa, in Italia era ancora distante dalle nuove tecnologie e restio ad adeguarsi al futuro. Le idee nuove venivano viste con molto scetticismo e la battuta di cui sopra era la regola.
'The Startup', la recensione del film
La pellicola con cui D’Alatri torna alla regia cinematografica dopo 8 anni racconta la lotta di un giovane romano, con una famiglia modesta, tanta ambizione e una buona idea per cui combattere. Basato sulla storia vera di Matteo Achilli, campioncino di nuoto che dopo una delusione sportiva (escluso dalla squadra perché gli viene preferito un raccomandato) decide di dedicarsi ala creazione di un social network mirato alla ricerca del lavoro. Lo chiama Egomnia e lo presenta alla Bocconi di Milano dove studia grazie al sacrificio dei suoi genitori. Il successo è immediato e i giornali - cosa accaduta veramente - esaltano l'inventore spesso con paragoni impossibili (Panorama Economy lo definisce il "Mark Zuckerberg italiano"). Il clamore mediatico e il repentino successo provocano un cambiamento nel ragazzo, facendogli perdere di vista l'idea iniziale, quella di fornire un servizio per chi cerca lavoro. Nella narrazione cinematografica di D'Alatri, che per la prima volta si è affidato a un soggetto non suo (scritto da Francesco Arlanch e Saverio D'Ercole), il ragazzo recupererà i veri valori come l'amore e l'amicizia nel momento in cui Egomnia inizierà a dimostrare i suoi limiti perdendo la sua spinta propulsiva.
Luca Di Giovanni e Andrea Arcangeli
D'Alatri ha voluto raccontare una storia simbolica, in cui un ragazzo, Matteo Achilli (interpretato da Andrea Arcangeli), figlio di genitori che credono in lui e che lo aiutano facendo immensi sacrifici (vivono nel quartiere popolare di Corviale a Roma, per una volta non descritto come esempio di degradazione e malavita), combatte per dei valori. Ottiene risultati malgrado non abbia aiuti da parte di nessuno e, dopo un momento di confusione, arriva a rifiutare di legarsi al mondo politico (Matteo Achilli, presente alla conferenza stampa di Roma, ha confermato la veridicità dell'episodio) per continuare a coltivare il sogno. E lo fa, con coraggio, nel momento in cui Egomnia comincia ad andare male. Il film finisce qui: non segue il protagionista né la sua creatura e non si interessa di quello che sarà in futuro. Perché il suo scopo è solo quello di dare un messaggio fortissimo di speranza che va ben oltre la storia (vera) in sé, vuole essere un esempio. Soprattutto in un tempo in cui sembra che l'unico modo per realizzare un'impresa sia andare all'estero, come ha ricordato lo stesso regista in conferenza stampa insieme al produttore Luca Barbareschi e ai bravi giovani interpreti: oltre al protagonista, Paola Calliari (la fidanzata Emma), Matilde Gioli (l'amica milanese Cecilia), Luca Di Giovanni (il socio e assistente Giuseppe Iacobucci). Nel cast, nel ruolo del padre, Massimiliano Gallo e in quello della madre, Lidia Vitale. Il film esce il 6 aprile in 200 copie distribuito da 01 Distribution.
Per approfondire:
- La post-verità di 'The Startup' di Riccardo Luna
- Crescere (e tanto) stando lontani da giornali e pellicole di Arcangelo Rociola
- VIDEO - Alessandro D'Alatri a 'Viva l'Italia' (integrale)
- VIDEO - D'Alatri parla all'Agi dei suoi progetti