E venne il giorno di 'Loro 2'. I giornalisti hanno potuto vedere in anteprima il secondo tempo del film di Paolo Sorrentino incentrato sulla figura di Silvio Berlusconi dal 2006 al 2010. 'Loro 2'. Stavolta il regista napoletano alla fine della proiezione ha incontrato la stampa a cui (come a tutti gli italiani) aveva fatto vedere solo il primo tempo del suo film, 'Loro 1'. E ha spiegato: "Non è film schierato e ideologico. Sarebbe stato stupido porre la questione del berlusconismo. Ora è fuori tempo massimo. Non volevo puntare il dito contro nessuno".
Berlusconi secondo Sorrentino
E adesso, dopo aver visto l'opera nel suo complesso, si può dire che è vero. Il Berlusconi raccontato nel secondo tempo non assomiglia a quello abbozzato nel primo. Nei venti minuti di 'Loro 1' il Cavaliere era brioso, esaltato (e esaltante), simpatico, affascinante. Una simpatica canaglia. Questo di 'Loro 2' diventa malinconico, cosciente del tempo che passa, quasi ostaggio della necessità di affascinare e conquistare le donne. Attorniato da persone adoranti, tutte interessate e nessuna interessante. In definitiva un personaggio più reale, anche se decisamente distante da quello pubblico, più banale. Di certo frutto del pensiero di Sorrentino e dello sceneggiatore Umberto Contarello che ha scritto il film con lui.
La politica in secondo piano
In questa seconda parte non trovano soluzione alcune idee e scene lanciate con forza in 'Loro 1'. Dai baccanali della prima ora del 'primo tempo' si passa alla cenetta tranquilla nella villa in Sardegna senza droga né sesso di 'Loro 2'. Così come le idee surreali come la pecora che muore ("perché spaventata dal condizionatore") o il rinoceronte che corre per le vie dell'Eur sono ora assenti. Inoltre, in questo secondo film Sorrentino ha deciso di raccontare Silvio Berlusconi, l'uomo che nel bene e nel male ha segnato 20 anni di storia italiana (e ancora oggi è protagonista) pretendendo di risolvere tutto sottolineando l'aspetto umano presunto e tralasciando la politica (lasciata a qualche battuta feroce di Elena Sofia Ricci alias Veronica Lario: "La sinistra ti ha graziato e questa è stata la sua grande colpa", oppure: "Sei sopravvissuto grazie a Craxi e ti sei attorniato di persone che sono andate in galera al posto tuo").
Una scelta che il regista ha spiegato così: “Ho voluto puntualizzare la dimensione dei sentimenti che stanno dietro l’uomo politico e certi personaggi del film. La controparte costituita da Elena Sofia Ricci che interpreta Veronica Lario incarna molte domande che alcuni detrattori avrebbero voluto fargli, ma questo non significa che io sia d’accordo con le sue parole. Per come vedo io il film ci sono le paure. Tante forme di paura dei giovani, delle persone di mezza età. Anche la paura della vecchiaia e la morte”.
Il sentimento della tenerezza
'Loro 2' racconta un uomo triste e malinconico, un gentiluomo che si circonda di ragazze belle e disponibili per piacere di raccontare barzellette e cantare e che è ancora innamoratissimo della moglie che invece vuole chiedere il divorzio. Una seconda parte molto diversa dalla prima (anche stilisticamente), molto lenta e a volte didascalica, senza momenti di cinema alto e un po’ surreale tipici di Sorrentino.
“Il film è uno sguardo su un periodo con delle caratteristiche – ha raccontato il regista – con derive di comportamento che forse sono conseguenza degli anni ’90. Il mio è un film su una parte degli italiani. Esploro sentimenti universali – ha aggiunto – racconto anche l’eroismo e non c’è solo il grado di aberrazione di alcuni comportamenti”. Come ha scritto nelle sue note di regia, Sorrentino ha ribadito ai giornalisti anche nell’incontro con la stampa che il suo “sguardo sul personaggio si vede nel tono adoperato ed è quello espresso da una parola che va di moda, la tenerezza”.
Un uomo solo e malinconico
In ‘Loro 2’ Sorrentino racconta quello che lui immagina sia il Silvio Berlusconi privato, un uomo solo e malinconico, cosciente di essere patetico nel voler piacere a ragazze di 50 anni più giovani ma ugualmente convinto di sé e delle sue grandi doti di imbonitore (“Io conosco il copione della vita. Non si diventa – dice Toni Servillo-Berlusconi - il più grande venditore d’Italia se non si conoscono i dolori e le gioie della gente”) che aspetta di tornare al potere e che vive in una sorta di isolamento nella sua villa in Sardegna.
E a quest’uomo Sorrentino regala tanti sentimenti. Non si sa se Berlusconi (quello vero) abbia visto il film, ma quando accadrà è probabile che lo troverà molto amabile. I timori raccontati alla vigilia di subire un attacco da Sorrentino, infatti, si è dimostrato infondato.