Nel giornalismo c'è un lead un po' abusato per descrivere un funerale di una persona amata da tanti. "Era piccola, troppo piccola, quella chiesa per contenere il dolore di tanti amici e familiari". Eccetera. Eppure questa volta non si può immaginare un lead più calzante per parlare dell'ultimo addio che il mondo del cinema (tutto) ha voluto rendere a Pietro Coccia, il fotografo scomparso improvvisamente a 56 anni il 2 giugno. Centinaia di persone si sono assiepate dentro e fuori la chiesa di Santa Maria Addolorata a Piazza Buenos Aires nel quartiere Trieste di Roma per il funerale di Pietro.
Un lungo applauso saluta #PietroCoccia #rip una persona unica e per bene che ci mancherà pic.twitter.com/PESobJuzTg
— Fabio Falzone (@fabio_falzone) 10 giugno 2019
Un estremo addio sentito e commovente, con tante facce note con le lacrime agli occhi e i tre fratelli che hanno ringraziato la sua 'famiglia allargata'.
E che Pietro non fosse un fotografo qualsiasi lo dimostra anche il fatto che per permettere a tutti di partecipare al funerale la Medusa ha spostato una proiezione e lo stesso è stato fatto per la presentazione di uno degli appuntamenti dell'Estate romana. Perché Pietro era 'IL' fotografo del cinema. Cambiavano gli interpreti, i protagonisti, attori, registi, starlette, semplici 'belle facce', giornalisti, uffici stampa, presenzialisti. Chi c'era sempre, era lui. Pietro Coccia. Col suo andamento ciondolante, con la camicia sempre in disordine, con l'aspetto un po' stanco e la voce forte con cui chiamava i vari presidenti, maestri, o semplicemente - come l'ultima volta a Cannes con la Wertmuller - "Lina", per farli mettere in posa per una foto.
Mentre tutti ti abbiamo nel cuore arriva la notizia dell’Oscar alla carriera a Lina Wertmüller che avevi fotografato in un giorno felice a #Cannes2019 Pietro Pietro #PietroCoccia pic.twitter.com/Q8BYPMdv1v
— Stefania Ulivi (@Sulivi) 3 giugno 2019
Di lui hanno scritto in tanti, praticamente tutti coloro che frequentano il mondo del cinema e che, inevitabilmente, lo hanno conosciuto e sono stati fotografati da lui (foto che regolarmente mandava poi via mail a tutti). Ed è giusto così, perché raramente una persona nel mondo del cinema è riuscita a convogliare su di sé tanta simpatia e affetto, disinteressato e sincero. E il suo funerale è in qualche modo emblematico: c'erano tutti come non accade quasi mai per i grandi attori o registi. Ed è inevitabile pensare al fotografo Pietro Coccia. Come avrebbe immortalato il suo ultimo passaggio terreno? Lui che non amava troppo i grandi paesaggi ma prediligeva i ritratti (anche in famiglia, come ha raccontato il fratello, quando "ha chiesto a tutti noi di fare una foto separatamente. 'Servirà per il santino', ha detto. Con mia madre che era perplessa e mi padre che la trovava invece una buona idea") stavolta avrebbe dovuto scattare una foto con grandangolo per cercare di prendere tutti.
Macchine puntate verso il cielo per salutare Pietro Coccia. pic.twitter.com/SSN2SPOoOl
— Nicola giuliano (@nicstavrogin) 10 giugno 2019
O, forse, la sua ultima foto è una panoramica di volti, commossi e sinceramente sofferenti per la perdita di quello che tutti consideravano una presenza amica. Commovente anche l'ultimo saluto dei colleghi fotografi che hanno alzato le macchine fotografiche al cielo al passaggio del feretro. L'ultimo addio a Pietro, l'ultimo scatto.