Cannes ai tempi di #MeToo, il 'sacrificio' di Sorrentino
Al via il festival che annuncia tolleranza zero verso le molestie (col rischio di cadere nel ridicolo). E 'Loro', il film del regista napoletano su Berlusconi, non è stato invitato

Inizia oggi ufficialmente l’edizione numero 71 del festival di Cannes. Moltissimi sono i temi importanti da sottolineare (e ampiamente sottolineati dalla stampa): dall’esclusione di film realizzati da Netflix (su tutti ‘Roma’ di Alfonso Cuaròn) bloccati perché, come ha ricordato ieri il delegato generale Thierry Frémaux, “per la legge francese i film devono andare in sala e dopo tre anni sulle altre piattaforme”, al ritorno di Lars von Trier (comunque fuori concorso) perdonato per le sue battute sul nazismo, dalla suspense per il film di chiusura ‘Don Chisciotte’ di Terry Gilliam che il produttore Paulo Branco non vuole far proiettare (solo mercoledì alle 14.30 il tribunale si pronuncerà sulla richiesta di bloccare la proiezione), al divieto di fare foto e selfie sul red carpet. Poi i temi dei grandi autori di cui si celebrano gli anniversari (i 70 anni di ‘Ladri di biciclette’ di Vittorio De Sica) o la tragica scomparsa (Ermanno Olmi, che 50 anni fa vinse la Palma d’Oro con ‘L’albero degli zoccoli’).
#Photocall Le Jury des longs métrages / The Feature Films Jury #Cannes2018 pic.twitter.com/ZldGVongmO
— Festival de Cannes (@Festival_Cannes) 8 maggio 2018
Cannes 2018, nel segno di #MeToo
Tutti temi importanti. Ma il tema più forte di tutti, quello che rappresenta davvero la rivoluzione, è legato alla furia moralizzatrice post-femminista che si identifica nel movimento #MeToo. Fu proprio a Cannes, d’altronde, che il Diavolo Harvey Weinstein compì molte delle sue aggressioni sessuali e dove la stessa Asia Argento, paladina della crociata antimolestie, ha detto di essere stata costretta a subire le attenzioni non gradite né previste del produttore.

"Non rovinare la festa"
E così il festival di Cannes corre ai ripari. E lo fa fin dall’accoglienza, con i giornalisti che nella sacca di jeans (la borsa ufficiale del Festival) trovano un biglietto bianco con un papillon nero che ricorda che le molestie sono punibili con la reclusione fino a tre anni di prigione e 45 mila euro di ammenda e riporta un numero telefonico da chiamare per denunciare molestie (0492998009) e l'hasthag #nerienlaisserpasser. Nell’avviso, inoltre, si ricorda come quest’anno ‘è richiesto un comportamento corretto’. E aggiunge: ‘Non rovinare la festa. Stop alle molestie’.
Festival di Cannes. Facsimile del biglietto d'ingresso alle proiezioni.
— mila mercadante (@milapersiste) 7 maggio 2018
Che roba è? Merchandising? La nouvelle vague dell'educazione civica? La fiera del cattivo gusto? Non ci posso credere. pic.twitter.com/QZfBcoQIqg
Le scelta netta degli organizzatori
La furia moralizzatrice del movimento #MeToo nato in America e diffusosi come un virus in tutto il mondo (seppure con virulenza diversa: in Italia e Francia è più di ‘testa’ che di ‘pancia’, più indirizzato a cambiare la cultura che a punire gli uomini che in qualche modo hanno abusato della propria posizione per fare avances o altre azioni anche più gravi verso le donne) ha quasi obbligato il festival cinematografico più importante del mondo a prendere una posizione netta, a partire dai film.

Negli anni scorsi c’erano sempre in concorso o fuori pellicole più o meno sessualmente esplicite (a volte addirittura al limite del porno). Quest’anno invece non se ne vede l’ombra.
La vittima illustre
E non solo: Il film di Paolo Sorrentino, ‘Loro’, dato per sicuro al festival, è invece rimasto fuori. Ufficialmente perché la struttura divisa in due non era facile da piazzare. Una motivazione un po’ fiacca. Più probabile che il film non sia piaciuto a Thierry Frémaux.

Oppure, secondo molti, la vera motivazione è un’altra: il tema trattato è scottante, le tante donnine nude e senza scrupoli disposte a tutto per avere i favori di Silvio Berlusconi mostrate da Sorrentino (in 'Loro 1') avrebbero creato non poco imbarazzo e polemiche al festival. E quest’anno, almeno sul tema molestie, i francesi hanno deciso di non rischiare nulla. E di cavalcare l’onda moralizzatrice che spazza tutto (artisti, libri, film) in maniera spesso frenetica e demente con un’ansia definita da qualcuno, con un neologismo inquietante, ‘post censura’.
Alice e Matteo in corsa per la Palma
Nell’edizione 2018 di Cannes, non ci resta che fare il tifo per i film italiani in gara. A partire da ‘Lazzaro felice’ di Alice Rohrwacher, sorella di Alba che è nel cast, che sarà presentato domenica 13 maggio. Il terzo film della regista toscana (a Cannes già con ‘Corpo celeste’ e ‘Le meraviglie’) ha colpito così tanto il delegato generale del festival, Thierry Fremaux, da spingerlo a elogiarlo come nessun altro titolo, durante a conferenza stampa di presentazione del programma.

Il 16 maggio, un giorno prima dell’uscita ufficiale, sarà invece presentato ‘Dogman’ di Matteo Garrone che, raccontando un fattaccio di cronaca nera (il delitto del ‘canaro della Magliana’). E’ la storia di Pietro de Negri condannato per la morte del pugile non professionista Giancarlo Ricci. Garrone 30 anni dopo ne racconta la storia, con Marcello Fonte, Edoardo Pesce, Nunzia Schiano.
Gli altri italiani a Cannes
Italiani in gara anche in altre importanti sezioni. Nella sezione 'Un certain regard' sarà presentato ‘Euforia’ di Valeria Golino, storia di due fratelli diversissimi come Valerio Mastandrea e Riccardo Scamarcio. Nel cast anche Jasmine Trinca (che qui lo scorso anno ha vinto il premio come miglior attrice per ‘Fortunata’), Valentina Cervi e Isabella Ferrari.
Nella sezione Quinzaine des Réalisateurs, il film di chiusura sarà ‘Troppa grazia’ di Gianni Zanasi con Alba Rohrwacher, nei panni di una madre single alle prese con sensi di colpa e annunciazioni misteriose. Nei cinema lo vedremo in autunno. Poi c’è ‘La strada dei Samouni’ di Stefano Savona con animazioni di Stefano Massi in cui si racconta il dramma della guerra in Medioriente attraverso la storia dei membri di una famiglia di Gaza.

Infine c’è il cortometraggio scritto e diretto da Marco Bellocchio, ‘La lotta’: Tonino scappa, entra ed esce dalle acque gelide del fiume Trebbia, i nazisti lo inseguono, lui è un partigiano… Merita infine una menzione tra i cortometraggi della Cinefondation ‘Così in terra’ di Pier Lorenzo Pisano, saggio presentato al Centro Sperimentale di Cinematografia.
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