L'avvocato belga che inventò il web senza saperlo

Storia di Paul Otlet, di un Palazzo della conoscenza e del sogno di una bibliografia universale. Ma poi arrivarono i nazisti

world wide web lee otlet

Il mondo celebra sir Tim Berners Lee, inventore trent'anni fa di quella tripla “W” che ci ha cambiato le vita: il Consiglio europeo per la ricerca nucleare (CERN), l’incredibile mole di informazioni che gli scienziati avevano bisogno di scambiarsi, la sua frustrazione sul modo in cui (non) riuscissero a condividerle, la creazione degli ipertesti, il successo. Questa è Storia.

Eppure c’è un signore che, se non celebrato, oggi merita perlomeno una piccola citazione. Tra i pionieri del web c’è anche un avvocato belga vissuto tra Otto e Novecento: Paul Otlet.

Il caos calmo delle biblioteche

Nato a Bruxelles nel 1868, avviato ben presto alla carriera forense, Paul Otlet invece che dai codici era ossessionato dalle bibliografie.

Secondo lui tutte le informazioni avrebbero dovuto essere organizzate per essere trovate “on demand” quando necessario.

I volumi di diritto, tanto per fare un esempio, erano disordinati e arbitrari.

Meglio raccogliere le informazioni contenute nei libri in tante schede o “pacchetti” a loro volta redatti in modo da permettere riferimenti incrociati o essere richiamati in modo automatico.

Animato da tale tassonomico fervore ideò insieme a Henri la Fontaine, futuro Nobel per la Pace nel 1913, quello che ancora oggi è il formato standard di classificazione universale decimale, applicabile a qualsiasi tipo di documento o supporto (libro, filmato, foto, manufatti, giornali).

Nasce il Palazzo universale della conoscenza

La sua ambizione era quella di dar vita a una “bibliografia universale”.

Impresa che tenacia, intelligenza e follia gli permisero di coronare nel “Mundaneum”, il “palazzo universale della conoscenza”, una specie di internet analogica che aprì i battenti nel 1920 presso il Palais de Cinquantenaire di Bruxelles. Il Mundaneum divenne ben presto il punto di riferimento mondiale per ottenere documentazione a pagamento: bastava mandare un telegramma per avere informazioni pertinenti. Si era avvisati “quando a una richiesta potevano corrispondere più di 50 risultati”.

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 (Afp)
 Tim Berners-Lee

Con in pancia più di 15 milioni di documenti, Otlet provò a cercare una nuova sede per il suo “palazzo della conoscenza”, ricevette anche un progetto da Le Corbusier, ma prima la crisi degli anni Trenta e poi l’invasione nazista tarparono le ali della sua progettualità visionaria.

Ma i suoi sogni non smisero di volare: “Sarà realizzata una rete globale in cui tutto sarà registrato a distanza nel momento in cui viene prodotto. Da lontano chiunque potrà leggere un testo in forma espansa o limitata. Così chiunque dalla propria poltrona potrà contemplare qualunque creazione o le sue parti”.

Non stupisce se Robert Cailliau, che il web lo ha progettato per davvero insieme a Tim Berners Lee, abbia scritto che “l’idea del world wide web germinò nella mente di Paul Oltet”.

Il fatto è che questo avvocato mancato parlava del web ma era nato troppo presto per potersene rendere conto.



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