Una provincia che non è periferia

La crescente rilevanza di Napoli nel panorama internazionale dell'innovazione e della tecnologia

Una provincia che non è periferia

Qualche giorno fa stavo parlando con un amico giornalista quando ad un certo punto mi fa: “Fratello, le cose accadono in provincia; è sempre stato così”.

L’ho guardato per capire bene. Lui ha parlato di provincia ed io ho pensato a Napoli.

Ed ho pensato a Napoli per diversi motivi. Negli ultimi anni il numero di turisti è cresciuto vertiginosamente. Negli ultimi anni il numero di imprese innovative cresce portando la città, da questo punto di vista, ai vertici nazionali. Negli ultimi anni Napoli occupa, nel panorama internazionale dell’innovazione e della tecnologia, una posizione di assoluto rilievo. Qualche settimana fa il nuovo ambasciatore degli Stati Uniti in Italia, parlando ad un evento ufficiale dei rapporti economici tra Stati Uniti ed Italia nel citare tre esempi di importanti investimenti statunitensi in Italia ha citato nell’ordine: la IoS Developer Academy (partnership  tra l’Università di Napoli Federico II con la Apple), la DIGITA Academy (partnership  tra l’Università di Napoli Federico II con la Deloitte) e l’insediamento Boeing in Puglia.

L’ambasciatore Lewis Eisenberg nello scegliere tre soli esempi, sceglie tre iniziative al SUD, due delle quali a Napoli.

E le parole dell’ambasciatore Eisenberg mi hanno poi ricordato quelle del premier Gentiloni che in occasione della recente presentazione della nuova Academy e del Co-Innovation Hub tra l’Università di Napoli Federico II e la CISCO ha detto: “Per la prima volta al mondo nasce una collaborazione tra Apple e CISCO e nasce in Italia, al SUD, a Napoli.”

A Napoli sta accadendo tutto questo e molto altro ancora. Di Napoli si accorgono gli americani che vengono qui ad investire, più e meglio di come lo fa il privato italiano, creando opportunità e mercato per i nostri giovani.

Mi chiedo se è Napoli che oggi, nonostante le sue dimensioni ed abitanti, sia diventata provincia (e quindi ha ragione il mio amico giornalista) in una Italia a trazione prima romanocentrica oggi milanocentrica, oppure siamo noi italiani ad essere diventati (o sempre stati) provinciali con i nostri preconcetti e la nostra incapacità di riuscire dove altri invece riescono benissimo. Forse, sono vere entrambe.



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