In ambito biomedico la ricerca italiana è un punto di riferimento internazionale, nonostante l’Italia non sia considerata un Paese per scienziati. In effetti sono davvero scarse le risorse pubbliche investite nel settore e al quasi-disinteresse dei Governi si associa anche un atteggiamento anti-scientifico della popolazione, che viene puntualmente confermato dalle cronache.
L’ultimo esempio, in ordine di tempo sono la nascita e il consenso ottenuti dal movimento no-vax, che è di fatto una profonda contestazione della capacità della scienza di proteggere la salute della gente. Eppure, anche senza il consenso politico e popolare, la ricerca italiana si mantiene all’avanguardia e questo è vero in particolare in oncologia: per alcuni tumori il contributo italiano ha cambiato la storia della malattia.
Un esempio è il tumore del seno e la rivoluzione del “linfonodo sentinella”, che ha innovato la pratica clinica del trattamento dell’ascella nelle chirurgie senologiche del mondo. In sintesi, grazie a questa tecnica, è possibile ora limitare lo svuotamento ascellare (rimozione di tutti i linfonodi dell’ascella) ai casi in cui la metastasi ascellare è accertata, mentre prima degli studi italiani l’intervento all’ascella veniva praticato come standard a tutte le pazienti, con tutte le sequele del caso. Abbiamo infatti dimostrato alla fine degli anni ’80 che, prelevando e analizzando il primo linfonodo sulla rete linfatica che dalla ghiandola mammaria si diffonde all’ascella, siamo in grado di avere informazioni sullo stato di tutti i linfonodi ascellari. Ora stiamo ancora progredendo sulla strada della conservazione, e stiamo studiando come evitare anche la procedura di prelievo del linfonodo-sentinella. Dalle ricerche ancora in corso, si evidenzia che associando il profilo genetico e biomolecolare all’esame ecografico, otteniamo un quadro della situazione ascellare analogo a quello fornito dal sentinella. Per milioni di donne nel mondo l’ intervento per tumore del seno sarà ancora meno invasivo, a parità di efficacia oncologica.
Roberto Orecchia
Direttore Scientifico Istituto Europeo di Oncologia