Il caffè è una della quattro coltivazioni “eccitanti”, insieme a cacao, tè e tabacco, di notevole importanza per il commercio mondiale e per l’economia di diversi Paesi delle aree tropicali.
Il sequenziamento del genoma del caffè va ad arricchire l’elenco dei genomi vegetali fino ad ora sequenziati (oltre 30 se si considerano solo le specie di piante superiori). La dimensione del genoma della Coffea arabica, 1,3 Giga basi, è relativamente “piccola” e rappresenta la metà del genoma del mais e solo l’8% del genoma del frumento tenero. E’ tuttavia il doppio rispetto alle dimensioni del genoma del melo e quasi tre volte rispetto a quello del cacao.
Quanto vale il mercato del caffé
La Coffea arabica è una delle due specie del genere Coffea bevuta in tutto il mondo. Questa pianta è nota per l’elevata qualità e costituisce circa il 60 per cento della produzione globale di caffè. Secondo l’International Coffee Organization (ICO) il settore del caffè vale circa 160 miliardi di dollari all’anno e coinvolge oltre 25 milioni di famiglie di coltivatori a livello mondiale. Il sequenziamento è stato realizzato da una partnership guidata da Illycaffè e Lavazza, in collaborazione con l’Istituto di Genomica Applicata, IGA Technology Services, DNA Analytica e le Università di Trieste, Udine, Padova e Verona.
La disponibilità dell’informazione genetica a tutta la comunità scientifica permetterà l’identificazione di geni importanti per caratteri agronomici di resistenza a stress e alla malattie. Queste caratteristiche sono molto importanti per una coltivazione sostenibile ed eco-compatibile perché quello del caffè è un mercato particolare in cui la produzione è ogni anno soggetta a variabili che la influenzano anche profondamente. Dal riscaldamento globale, che ha portato a un innalzamento dell'altitudine di coltivazione ai rivolgimenti geopolitici nei Paesi produttori, dalle malattie, ruggine in primis, alla siccità, che in tempi recenti hanno colpito i grandi Paesi produttori.
A cosa serve
Inoltre, potranno essere individuati geni per le proprietà nutrizionali adatte a soddisfare un mercato in espansione che vede i consumi aumentare in tutto il mondo, anche negli stessi Paesi produttori che fino a poco tempo fa esportavano, ma non consumavano. Permetterà, infine, di comprendere meglio l’evoluzione della specie e le funzioni dei diversi geni con studi di genomica comparata fra le diverse specie di caffè e le altre piante.
In definitiva, la conoscenza del genoma del caffè permetterà un miglior uso della biodiversità, faciliterà la scoperta di caratteri nuovi e consentirà di ottenere varietà più produttive con maggiore resilienza alle avversità. Queste conoscenze molecolari per diventare efficaci dovranno essere collegate con l’attività dei produttori di nuove varietà. Si potrà usare il genoma del cacao per scoprire dove trovare, nelle diverse coltivazioni mondiali, le piante con le resistenze alle malattie, l’adattabilità ai cambiamenti climatici, il miglior uso dell’acqua e dei nutrienti e più produttive.
di Adriano Marocco