Qualche giorno fa ho partecipato insieme ai rappresentanti dell’Istituto di BioRobotica della Scuola Superiore Sant’Anna (Christian Cipriani, il nuovo direttore, e Paolo Dario, lo storico fondatore) all’inaugurazione del nuovo Anno Accademico del corso di laurea breve in Fashion Design dell’Istituto Modartech (Moda, Arte, Tecnologia) di Pontedera. Il MIUR ha infatti recentemente accreditato lo storico corso triennale, da sempre uno dei fiori all’occhiello dell’offerta formativa dell’Istituto di Pontedera situato all’interno del “Dente Piaggio”, con il rilascio di un titolo di studio nel settore della moda allineato agli standard universitari internazionali.
Un altro tassello nei processi di crescita di un territorio connotato da una forte presenza industriale e culturale, come quello di Pontedera per via della Piaggio, in cui non è casuale l’insediamento recente di Modartech, che rappresenta un nodo significativo nel settore dedicato alla formazione su moda e design nel territorio toscano, e che ha sempre basato la sua linea di azione sulla commistione tra moda, arte e tecnologia nella sintesi tra cultura e innovazione.
Un'area unica in Italia
Il Dente Piaggio si configura in tal modo sempre più come un'area unica nel panorama regionale e nazionale per capacità innovativa, creativa e formativa e il nuovo corso di laurea breve è un segnale straordinario di vitalità e della capacità progettuale autonoma raggiunta dalle strutture che vi operano in sinergia. In primis l’Istituto di BioRobotica, la cui attività in quest’area di Pontedera insieme a tanti altri interlocutori dello Sviluppo Locale non rappresenta una mera circostanza logistica, ma una sfida per la crescita. E non solo a livello industriale con lo sviluppo di innovazioni, ma anche in ambito formativo ed educativo. Basti pensare alle intersezioni tra moda e tecnologia - robotica in particolare, e alle applicazioni possibili.
Siamo in tempo di quarta rivoluzione industriale, nella cosiddetta Era Digitale. La robotica può interagire in modo positivo su tutto quanto caratterizzi il “made in Italy”, in particolare sulla manifattura, di cui siamo i secondi leader europei con l’obiettivo di diventare primi. Gli strumenti ci sono, le capacità anche. Abbiamo eccellenze ovunque, valorizzabili anche e grazie alle giuste sinergie, proprio come facciamo su piccola scala nell’area urbana del Dente Piaggio a Pontedera.
L’Italia del saper fare - e anche quella dell’innovazione - non è solo tecnologia, ma è anche cibo, è moda, giusto per dirne un paio: ma la tecnologia può sposarsi bene a entrambi. E la moda in particolare è uno dei nostri settori di eccellenza in cui l’Italia, lo sappiamo, si distingue in campo internazionale. Anche qui la ricerca oggi può essere un elemento di stimolo in più e innovativo come già lo è stata nel passato. Si pensi ai nuovi materiali, al design, ai macchinari innovativi - in particolare, in questo campo, per esempio alla leadership italiana nelle macchine per i tessuti; ci sono macchine per realizzare fili di lana sempre più sottili, fino persino a idearne dei contest. E ancora alle stampanti 3D, al taglio tramite laser, alle tecniche di produzione digitale per realizzare vestiti anche nell’ambito dell’alta moda, che servono a ideare nuove forme estetiche e funzionali. Un po’ come avveniva, se anche con strumenti diversi, in lontani e gloriosi passati che hanno rivoluzionato la storia dell’umanità dando nuove sensibilità artistiche e culturali e dettando un nuovo posto dell’uomo nella società.
Come un Rinascimento
Ci potrebbe bastare riferirci anche in questo al Rinascimento italiano, che come sappiamo gettò le basi per l’età moderna: una fase di sviluppo socio-economico ma anche e soprattutto di grande vitalità per le arti e la cultura, per un nuovo umanesimo in cui il ruolo dell’uomo divenne centrale. La moda rappresentò la raffinatezza di quel tempo in un unico ideale di grazia e gentilezza di cui oggi si richiede sempre più uno strumento per recuperarlo contro la volgarità dei social, della mancanza di sensibilità culturale, delle opinioni urlate, persino della stessa tecnologia utilizzata spesso in modi non opportuni.
La robotica interagisce in questo contesto in ampio e vario modo. I robot oggi sono diventati un normale elettrodomestico ma possono dettare anche canoni estetici e comportamentali: ogni famiglia ne ha uno (a volte anche in modo inconsapevole), vengono già utilizzati per sostituire l’uomo nei lavori più difficili e pericolosi nelle fabbriche e interverranno anche nella vita di tutti i giorni, dove un giorno non molto lontano verranno magari utilizzati come accompagnatori o come sostituti. Etica ed estetica sono tutt’uno, diceva il grandissimo Wittgenstein.
L’Istituto di BioRobotica della Scuola Superiore Sant’Anna ha per esempio in passato attivato interessanti collaborazioni soprattutto nel settore delle calzature, sportive e di lusso, con studi specifici sull’antistatica, sull’integrazione di sensoristica (dal contapassi alla rilevazione di umidità) e sull’ottimizzazione del comfort nelle solette, sul recupero di energia dal camminamento, o persino reinventando i tacchi a spillo attraverso innovativi materiali adattivi alle caratteristiche di peso e camminata: le potenzialità della ricerca nel settore della moda sono davvero enormi.
Quarta rivoluzione
La vera sfida di questo settore, che da sempre ha saputo rappresentare lo spirito del tempo, è adesso quella di incorporare il tempo corrente, che è quello del progresso tecnologico e della quarta rivoluzione industriale, dettando perfino e in funzione di questo nuovi canoni estetici o nuovi stili basati su tecnologie smart e su nuove figure professionali, con la capacità di tradursi anche in nuovi mercati. Come in tutti i settori, anche la moda può infatti basarsi su innovazioni “disruptive”, ovvero radicali e quindi capaci di scardinare forma mentis e stili di vita, e nuove competenze che richiedono nuove forme di educazione.
E’ un settore che ha il potere di contribuire anche in modo significativo al rilancio della nostra tradizione manifatturiera in campo internazionale, grazie alla ricerca, all’innovazione e all’educazione/formazione. Le potenziali applicazioni della tecnologia sono smisurate: si pensi ad abiti robotici indossabili, protesi personalizzate, indumenti sensorizzati, oltre che dispositivi indossabili che integrano tecnologia all’interno di abiti e accessori e in generale qualunque altro elemento originato da creatività, formazione e competenza, spirito innovativo: elementi che da sempre caratterizzano lo stile italiano.