E’ stata applicata ad Imperia per la prima volta la legge 71/2017 sulla prevenzione e il contrasto del cyberbullismo, nei confronti di un 15enne. Il cyberbullismo è un fenomeno dalle proporzioni allarmanti che non si manifesta solo all’interno delle mura scolastiche o negli ambienti ricreativi o sportivi, è un problema legato alla rete, agli usi e abusi quotidiani dei bambini e degli adolescenti, ai social, alle chat, a tutto ciò che ruota intorno alla tecnologia e a Internet. La legge per contrastare il cyberbullismo è un segnale forte nella lotta contro questo tipo di condotte che hanno degli esiti psicopatologici estremamente gravi e nocivi da un punto di vista della salute della vittima.
Uno dei punti salenti della legge è l’ammonimento che prevede che i cyberbulli, accompagnati da almeno un genitore, potranno essere convocati e ammoniti dal Questore con l’intento di renderli consapevoli delle loro azioni aggressive e della gravità di certi episodi, nella logica di educare e responsabilizzare anche coloro che solo inconsapevolmente si rendono attori di comportamenti penalmente perseguibili.L’ammonimento è previsto in caso di condotte di ingiuria (art. 594 c.p.), diffamazione (art. 595 c.p.), minaccia (art. 612 c.p.) e trattamento illecito di dati personali (art. 167 del codice della privacy) commessi mediante internet da minori ultraquattordicenni nei confronti di altro minorenne, fino a quando non è proposta querela o non è presentata denuncia. Gli effetti di tale ammonimento terminano solo una volta raggiunta la maggiore età.
Il provvedimento è nato in seguito all’istanza presentata dal padre di una ragazza che aveva ricevuto sul suo smartphone una foto che la ritraeva in un momento di intimità. L’immagine le era stata inviata dall’ex fidanzato, al termine della loro relazione, molto probabilmente con l’intento di minacciarla di divulgare in rete la foto, per vendicarsi della fine del loro rapporto.
In questo modo, il questore ha convocato il ragazzo e lo ha “ammonito”, davanti ai suoi genitori, come previsto dalla legge, invitandolo ad eliminare la foto da qualsiasi dispositivo informatico e a non diffonderla, altrimenti avrebbe rischiato un procedimento penale per accuse gravi, come divulgazione di materiale pedopornografico, minacce e violenza privata.
L’ammonimento è stato pensato in un’ottica puramente rieducativa e riparativa, non repressiva, per rendere consapevole il minore delle sue azioni aggressive e della gravità di certi episodi e avvertirlo del fatto che certe condotte sono perseguibili da un punto di vista penale.
Non bisogna dimenticare, infatti, quanto possano essere disastrosi gli effetti sulla psiche e sul corpo dei ragazzi che subiscono una violazione dell’intimità resa pubblica ed esposta all’odio e alla gogna dei social network. In rete, chat comprese, i contenti si diffondono a macchia d’olio generando una violenza nella violenza che va a ledere nel profondo chi subisce ingiustamente queste prevaricazioni. Oggi è sempre più diffusa la vendetta pornografica o revenge porn per la quale una volta che ci si lascia o si subisce un torto per vendetta si espone la vittima a cattiverie è crudeltà con il puro intento di farle male. E’ altrettanto diffusa la sextortion ossia le estorsioni sessuali in cui la persona presa di mira, generalmente una ragazza viene minacciata della pubblicazione di sue immagini o video che la ritraggono in condizioni imbarazzanti, intime, private, anche in attività sessuali, salvo che non si renda disponibile a tutta una serie di favori in genere sessuali.
E’ un segnale molto forte, si vuole far capire che la tolleranza è zero e che non si può più tollerare che ragazzi innocenti soffrano si tolgano la vita per il divertimento di qualcuno che cresce senza educazione, morale e senza la percezione dell’altro.
Ovviamente non è la risoluzione del problema, è un passo importante per lavorare su tutti coloro che agiscono in certo senso inconsapevoli della gravità delle conseguenze delle loro azioni anche a lungo termine. Essere ammoniti, a tanti ragazzi può aprire degli spunti di riflessione, far capire l’importanza di ciò che hanno fatto ad una persona e che sono sotto osservazione per cui devono rigare dritti se non vogliono che la loro posizione si aggravi.
Si tratta di una legge che funziona bene nel momento in cui c’è una risposta che parte da un sistema di alleanze, dove gli enti e le istituzioni lavorano insieme, per attuare interventi preventivi che puntano alla sensibilizzazione e alla responsabilizzazione, al fine di ostacolare ed evitare il riproporsi di queste condotte devianti e prevaricatorie.