Questa pioggia non ci salva dalla siccità

Piove su tutto il nordovest, ma potrebbe non bastare a ripristinare l'equilibro idrico minato da una lunga stagione secca 

pioggia siccita
Mike Palazzotto / Agf
Il lago di Piana degli Albanesi (Palermo) durante la siccità del gennaio 2018

I primi giorni di aprile stanno riportando finalmente la pioggia al nordovest, grazie al fatto che il bacino occidentale del Mediterraneo ha ospitato una depressione dopo mesi dominati da ingombranti propaggini dell’anticiclone delle Azzorre che hanno portato a condizioni di siccità molto preoccupanti.

Anche le temperature rientreranno temporaneamente nelle medie, e così la primavera avrà il modo di mostrare, per la prima volta quest’anno in queste zone, il suo lato più fresco e instabile, con la neve sulle montagne e le piogge in pianura, alleviando le condizioni di inquinamento atmosferico e il tormento degli allergici ai pollini.

Si prevede che le piogge saranno più intense tra Alpi e prealpi, laddove criminali e incoscienti hanno appiccato incendi talora fuori controllo, e si spera che queste precipitazioni contribuiscano a spegnerli e a portare condizioni sfavorevoli a nuovi inneschi.

Ovviamente non pioverà dappertutto: le zone centrali della regione potrebbero non vederne neppure una goccia, mentre i settori alpini e appenninici, e segnatamente quelli nordorientali (Alpi Lepontine) e sudoccidentali (tra Alpi Marittime e Appennino) dovrebbero essere più fortunati. Un'altra nota positiva è che, nei giorni a seguire, non si vedono al momento segnali di nuove rimonte anticicloniche; anzi la permanenza di condizioni debolmente cicloniche potrebbe produrre altre situazioni favorevoli alle precipitazioni.

Proprio la questione della siccità merita qualche commento in più, a partire dalla mappa delle condizioni di siccità (Fig. 1) elaborata dall’IBIMET-CNR e relativa al trimestre invernale.

Fig. 1 – Indice pluviometrico SPI basato sulla sola precipitazione cumulata mensile (McKee et al., 1993 – si veda anche qui) e relativo al trimestre Dicembre 2018 -Febbraio 2019 (fonte: osservatorio sulla siccità dell’Ibimet-CNR, link). Didascalia dei colori: marrone scuro: siccità estrema, marroncino: molto secco, giallo: moderatamente secco, grigio: condizioni intorno alla norma, verdino: moderatamente umido, verde: molto umido, verde scuro: estremamente umido.

Tale mappa indica chiaramente come proprio il Piemonte e, in generale, il nordovest italiano presenti le maggiori criticità dedotte dalla piovosità invernale. Considerando che la piovosità in marzo è stata minima, le condizioni di umidità del terreno a oggi 3 aprile sono riportate in Fig. 2.

Fig. 2 – contenuto volumetrico di acqua nel suolo, espresso in metri cubi di acqua per metro cubo di suolo, riferito allo strato compreso tra 10 e 40 cm e relativo alla situazione presente il giorno 3/4/2019 alle ore 3 UTC. I valori superiori a 0.5 indicano corpi idrici (mare, laghi e ghiacciai) visti alla scala del modello WRF usato a fini previsionali dal Dipartimento di Fisica dell’Università di Torino (fonte).

Per interpretare i valori numerici, si possono definire tre soglie generali: il punto di appassimento, ovvero il valore limite al di sotto del quale le piante non riescono a estrarre acqua dal suolo, che per i tipi di suolo presenti in Piemonte variano tra 0,16 e 0,25 m3/m3 circa, e la capacità di campo, che indica la soglia di bagnatura del terreno sopra la quale il drenaggio gravitazionale è molto intenso, e viene di solito usato come valore di riferimento della situazione ottimale per le piante, i cui valori numerici in Piemonte variano tra 0,31 e 0,39 m3/m3.

Come si può notare, quasi tutta la parte pianeggiante e collinare della regione possiede valori al limite del punto di appassimento o inferiori ad esso, e in una striscia che include torinese, astigiano e cuneese l'umidità’risulta estremamente bassa per essere nella stagione invernale, quando di solito i valori si avvicinano alla capacità di campo. Naturalmente, questa mappa risente della risoluzione del modello regionale WRF dal quale è stata estratta e non ha la pretesa di rappresentare accuratamente i valori locali, ma rende comunque l’idea delle condizioni di scarsa umidità che caratterizzano il territorio regionale.

A titolo di confronto, mostriamo anche la mappa dell’umidità del suolo prevista cinque giorni dopo dallo stesso modello (Fig. 3).

Fig. 3 – come per la figura 2, ma riferita al giorno 6/4/2019 alle ore 0 UTC, dopo le precipitazioni previste in questa prima fase depressionaria.

Come si può vedere, nelle due zone in cui sono previste le precipitazioni più abbondanti i valori di umidità del suolo si sono riportati su valori prossimi alla capacità di campo, mentre permangono situazioni molto secche sulle province di Torino, Asti, Cuneo e, in parte, Alessandria. Il che dimostra che le piogge, anche se si dovessero effettivamente verificate come previsto dal modello, riuscirebbero soltanto ad alleviare in alcune zone le condizioni di siccità estrema, soprattutto in alcune aree, laddove la situazione permane seria. Teniamo anche conto che il suolo più profondo non risentirà se non in minima parte di queste piogge, anche laddove pioverà copiosamente.

Tutto questo fa capire che dobbiamo comunque salutare con gioia questa previsione e sfatare il mito del maltempo e della pioggia fastidiosa: infatti gli aspetti positivi del ritorno delle precipitazioni superano di gran lunga i piccoli disagi che muoversi in città o comunque sotto la pioggia potranno comportare. E speriamo che, a questo primo cambiamento, ne seguano altri che permettano di risanare le risorse idriche.



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