La terapia genica oggi sta divenendo una realtà importante grazie alle nuove tecnologie di editing genomico che consentono di modificare direttamente il DNA di una sequenza “target” e “correggere” quindi il gene difettoso.
La Sangamo Therapeutics, un'azienda farmaceutica americana, ha sviluppato da alcuni anni una nuova tecnologia basata sull’impiego di alcune proteina chiamate (zinc fingers) che riconoscono e si legano a sequenze specifiche del DNA che, come forbici molecolari tagliano un pezzo di DNA, inducendo una riparazione del danno con un pezzo di DNA nuovo. In questo modo un DNA difettoso diventa funzionale. E’ quanto hanno fatto per la prima volta su un paziente affetto da mucopolisaccaridosi di tipi II, malattia rara grave che comporta ritardo mentale, sordità, problemi cardiaci e respiratori e segni cutanei (cute a buccia d'arancia sulle scapole e sulle cosce). La malattia è dovuta al deficit di iduronato-2-sulfatasi (IDS), che causa l'accumulo nei lisosomi di due specifici zuccheri complessi.
Il trattamento sperimentale è stato effettuato presso l'UCSF Benioff Children's Hospital di Oakland, ed autorizzato dall’FDA su un paziente che ha ricevuto nel fegato direttamente le "protein Zinc fingers" con il DNA terapeutico portati da un virus, l’AAV. E’ necessario attendere adesso ulteriori studi clinici che sono in corso negli Stati Uniti per valutare l’efficacia della terapia sperimentale e soprattutto la valutazione di eventuali eventi avversi come l’inserimento del DNA farmaco in posizioni diversi da quello del target.
Studi come quello americano dimostrano che la medicina genomica sta diventando una realtà nelle malattie rare e monogeniche, ovvero patologie determinate dalla presenza di un singolo gene mutato. Queste malattie sono considerate rare, in quanto sono presenti nella popolazione generale con una prevalenza inferiore ad una data soglia, che in Europa corrisponde allo 0,05% della popolazione, ossia 1 caso su 2000 abitanti.
Oggi su circa 200 malattie rare si sperimentano nuovi farmaci e si valutano programmi di terapie innovative come la terapia genica. Il successo di questi programmi di ricerca, che interessano prevalentemente bisogni terapeutici totalmente insoddisfatti, dipende sempre più dalla collaborazione tra diverse parti interessate: impresa farmaceutica, enti e società private di ricerca, accademia, fondazioni e charities di ricerca, sistema regolatorio.
Dal punto di vista terapeutico la conoscenza del difetto molecolare ha permesso di sviluppare protocolli personalizzati di terapia genica, che prevedono la correzione mirata del difetto molecolare e di sintetizzare e validare farmaci mirati alla correzione specifica di tale difetto. Questi approcci prevedono, oltre alla conoscenza approfondita del dato molecolare, una piena comprensione del meccanismo patogenetico che porta all’espressione del fenotipo patologico. La terapia genica ha quindi lo scopo di correggere il gene-malattia, attraverso il trasferimento di materiale genetico all’interno del nucleo cellulare. Il principio è quello di utilizzare il DNA come “farmaco” per rimuovere in maniera permanente un’alterazione del genoma, oppure per esprimere in modo temporaneo copie funzionali di un “gene terapeutico” .
L'Agenzia Europea del Farmaco definisce un prodotto di terapia genica come “un medicinale biologico che soddisfa le seguenti caratteristiche: contiene una sostanza attiva (un acido nucleico ricombinante) che viene somministrata ad un essere umano con lo scopo di regolare, riparare sostituire aggiungere o eliminare una sequenza genetica. Inoltre il suo effetto terapeutico o diagnostico è legato direttamente alla sequenza di DNA o RNA che contiene o al prodotto di espressione della sua sequenza”.
Ora gli americani, per la prima volta al mondo, hanno tentato un gene editing su una malattia metabolica e su un uomo adulto e questa è una notizia straordinaria. Non ci rimane che aspettare per capire se questa terapia sperimentale funziona e se ci saranno o meno eventi avversi.