Etica e tecnologia per una maturità 4.0

Etica e tecnologia per una maturità 4.0

Il tema di maturità quest’anno fa riflettere su cosa significhi avere la tecnologia, e in particolare i robot, intorno a noi. I ragazzi hanno dovuto pensare a questioni etiche che riguardano l’interazione con le macchine e, in particolare, a quali conseguenze per gli uomini possa comportare l’introduzione della robotica nei luoghi di lavoro.

Tra le prove, un saggio breve tecnico-scientifico: "Robotica e futuro tra istruzione, ricerca e mondo del lavoro", con spunti presi da Fabiana Bertazzi e Alberto Magnani in un articolo de Il Sole 24 Ore dal titolo "Robot e intelligenza artificiale, i deputati Ue chiedono norme europee"; e un saggio breve socio-economico: “Nuove tecnologie e lavoro”, a sostegno del quale un articolo del giornalista economico Enrico Marro, "Allarme Onu: i robot sostituiranno il 66% del lavoro umano" (IlSole24Ore, 18 novembre 2016); un altro della giornalista Federica Meta, "Industria 4.0, contrordine: i robot creano lavoro", (Corcom.it, 20 gennaio 2017); infine un ultimo, della giornalista Stefania Medetti, "Il lavoro nel futuro: i robot saranno una minaccia o un'opportunità" (Panorama, 12 agosto 2014).

Maria Chiara Carrozza, parlamentare e docente dell’Istituto di BioRobotica della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa, ha affermato che “In genere si parla sempre dei robot che cancelleranno posti di lavoro, in realtà le nuove tecnologie lo modificheranno ed è importante la formazione per prepararsi a questi cambiamenti'. E”, ha aggiunto, “è sì importante parlare di robotica e mondo del lavoro ma anche del ruolo dell'istruzione''.

I robot, cioè, secondo gli addetti del settore non saranno “ladri di lavoro” e in effetti la concezione sulla robotica sta cambiando agli occhi della gente che è sempre più avvezza ad avere robot “aiutanti” intorno a sé, dagli elettrodomestici autonomi in casa ai taglia erba. Paolo Dario, che è stato i primi di giugno premiato a ICRA 2017 (IEEE International Conference on Robotics and Automation) a Singapore con il premio più prestigioso nel campo della robotica, il Pioneer Award, per essere stato pioniere in uno dei settori tecnologici e per la ricerca più all'avanguardia e aver fondato l'area della Biorobotica, da lungo tempo lavora su alcuni binari paralleli: da una parte la robotica intesa come tecnologia, sempre più intelligente e inserita in ambienti co-working in cui all’uomo viene demandata la funzione “esperienziale” e di competenza e al robot, non più in gabbia e in grado di apprendere, lo svolgimento di lavori gravosi e usuranti; dall’altra la robotica intesa come metodo educativo sin dalle scuole per acquisire confidenza con le tecnologie che ci circondano, capacità di problem solving, approccio scientifico e metodologico anche nell’apprendimento delle materie non scientifiche, e in generale la formazione necessaria ad approcciare un mondo in cui il progresso tecnologico è alla base del suo evolversi.

Direttore dell’Istituto di BioRobotica della Scuola Superiore Sant’Anna, il fondatore della Biorobotica ha declinato sul prefisso “bio” tutti i presupposti di sviluppo della tecnologia basati su due punti cardine:  l’uomo e l’ambiente. E non solo lavorando in settori come il Biomedicale o le cosiddette Scienze della Vita in genere: anche e soprattutto l’automazione può diventare bio, rimanendo attenta a questi temi, ad esempio attraverso i concetti dell’Economia Circolare ripensati in quest’ottica, con una visione human centred dove Robotica intelligente e ambienti di co-working tra robot e persone applicheranno al Design for Recycling/Reuse e al Design for Disassembly tipi di intervento che terranno a comun denominatore sia l’aspetto “eco” sia l’aspetto della progettazione (“eco-design”) per i prodotti, per i processi di produzione e per le reti (supply chain), nonché elementi di Ergonomia e in particolare lo studio e la valutazione degli aspetti bio-ingegneristici nel lavoro umano, allo scopo di creare un nuovo manufacturing caratterizzato da una forte attenzione sull’uomo e sull’ambiente.

D’altronde la tecnologia del futuro sarà sempre più “umana” e al servizio dell’uomo, al quale si adatterà sempre meglio e in modo più intelligente (e non viceversa): lo rivela anche un recente studio Accenture Technology Vision 2017 che ha analizzato tutti i trend tecnologici ed evidenziato che l’intelligenza artificiale avrà un grandissimo impatto tecnologico e di mercato (tanto da pensare la possibilità di tassare i robot). Einstein in una celebre frase affermava, "Temo il giorno in cui la tecnologia andrà oltre la nostra umanità: il mondo sarà popolato allora da una generazione di idioti" e questo dovrebbe forse poter rassicurare su uno sviluppo della tecnologia da parte dei produttori di conoscenza che è e sarà sempre più a servizio dell’uomo. Si stima che il mercato dell’intelligenza artificiale nel 2020 varrà 46 miliardi di dollari e, come spiegato da Alessandro Marin, Senior Managing Director, Accenture Technology Lead per Italia, Europa Centrale e Grecia, e riportato nel Corriere della Sera di qualche giorno fa, "l'utilizzo di tecnologie intelligenti consentirà alle persone di impiegare il proprio tempo in modo più efficiente, investendolo nell'acquisizione di nuove competenze, concentrandosi su attività di maggior valore professionale e dedicandosi a ciò che l'uomo sa fare meglio: creare, immaginare e innovare".