Le cure parentali, in tutti i mammiferi (uomo compreso), rappresentano quell'insieme di comportamenti messi in atto dai genitori che servono a favorire lo sviluppo della prole e aumentare le probabilità di sopravvivenza e il successo riproduttivo finale.
Nei topi, le cure parentali dipendono maggiormente dall'ipotalamo, che riceve stimoli dall'organo vomero-nasale, un recettore correlato ai comportamenti innati dei roditori e all'aggressività dei maschi nei confronti della prole. L’ipotalamo è una sorta di 'cervello viscerale' che controlla in modo automatico il battito cardiaco, la pressione sanguigna, la dilatazione delle pupille, la sudorazione, la peristalsi intestinale, la temperatura corporea e il sonno. L'ipotalamo interviene anche nella risposta allo stress e controlla emozioni, stati d'animo e comportamento sessuale. È difficile pensare che tutte queste funzioni siano fisse, statiche, registrate nel DNA delle cellule neuronali che compongono l’ipotalamo.
È verosimile infatti che le cellule di questa importante area del cervello recepiscano segnali chimici diversi in grado di influenzare l’attività dei geni che determinano il suo funzionamento. Questi segnali chimici sono alla base dell’epigenetica, cioè del vestito che indossano i geni. I nostri geni non sono nudi, ma spesso rivestiti di gruppi chimici diversi come i gruppi “metili” che come degli interruttori permettono ai nostri geni di accendersi o spegnersi. Questi “interruttori-vestiti” rappresentano la maniera con cui l’ambiente (ciò che respiriamo, che mangiamo ma anche gli affetti, le delusioni, le interazioni sociali etc) interagisce con il nostro DNA.
I ricercatori del Salk Institute, in California, hanno scoperto un nuovo meccanismo con cui una delle interazioni sociali più importanti, le cure parentali, influenzano o modificano l’attività dell’ipotalamo non solo confermando il ruolo del vestito chimico fornito dalle madri premurose e attente ai loro cuccioli, ma anche dimostrando che l’attaccamento, la dedizione a seguire la prole nei primi mesi di vita, induce cambiamenti significativi nel DNA delle cellule nervose dell’ipotalamo.
Madre molto amorevole, Dna più stimolato, piccolo più sereno
Erroneamente, noi consideriamo il DNA come qualcosa di stabile e immutabile, ma sappiamo da tempo che una parte del DNA è “ballerino”, cioè in grado di spostarsi da una parte all’altra del genoma, normalmente senza conseguenze, ma ogni tanto può indurre qualche cambiamento. Una famiglia di geni “ballerini” noti come lunghi elementi nucleari intervallati (LINEs) – ed in particolare la famiglia L1 – è stimolato a “ballare” proprio dall’attenzione della mamme nei confronti dei loro cuccioli. I ricercatori hanno scoperto infatti che i topi con madri premurose avevano meno copie di L1 “ballerino”, e quelli con madri negligenti invece più copie, generando quindi una diversità genetica nel loro cervello.
I ricercatori hanno ipotizzato che la prole le cui madri erano negligenti fossero più stressate e che in qualche modo questo causava il movimento dei geni ballerini più frequentemente. Hanno inoltre potuto dimostrare che i topi con madri negligenti avevano meno geni L1 “metilati” (il vestito indossato) rispetto a quelli con madri attente, suggerendo che la metilazione è il meccanismo responsabile della mobilità del gene L1.
Le prime esperienze di vita come la cura materna influenzano dunque la sequenza del DNA nei neuroni dell'ippocampo tramite il movimento di L1. L'accumulo di più copie di L1 nell'ippocampo dei cuccioli allevati con scarsa attenzione materna potrebbe contribuire ad un comportamento più ansioso nell'età adulta.
Nuove prospettive per la psichiatria e lo studio delle malattie neurologiche
Il cervello cambia continuamente in risposta alle esperienze ambientali durante tutta la vita. Ormai disponiamo di numerose prove che lo sviluppo e il comportamento del cervello sono influenzati dalle prime esperienze di vita come lo stress, l'esposizione a tossine, la disponibilità di nutrienti, le avversità e la qualità delle cure materne.
Questa ricerca dimostra che il genoma delle singole cellule cerebrali può essere modificato e cambiato da fattori ambientali in modo importante. Cosa e come tutto questo può determinare, è ancora presto per definirlo. Ma senza dubbio un nuovo grande passo avanti nella comprensione delle malattie complesse di natura neurologica e psichiatrica come la schizofrenia, i disturbi del comportamento, l’autismo etc. è stato fatto.